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La BCE alza i tassi di 50 punti base: ci saranno ulteriori aumenti quest’anno
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La BCE alza i tassi di 50 punti base: ci saranno ulteriori aumenti quest’anno

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3 FEB, 2023

Di Teresa M. Blesa di RankiaPro

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Giovedì la Banca Centrale Europea ha deciso di aumentare di 50 punti base tutti e tre i tassi di interesse di riferimento e prevede di aumentarli ulteriormente. Alla luce delle pressioni inflazionistiche sottostanti, il Consiglio direttivo prevede di aumentare i tassi di altri 50 punti base nella prossima riunione del 16 marzo, quando valuterà il percorso di politica monetaria. Come hanno reagito i gestori di fondi internazionali all'annuncio della BCE? Tutti i dettagli di seguito.

Paul Diggle, Deputy Chief Economist, ABRDN

La BCE ha aumentato i tassi di interesse di 50 punti base, portando il tasso di deposito al 2,5%

Tutto come previsto dal mercato. Tuttavia, a differenza dei funzionari della Banca d'Inghilterra, la BCE è fermamente intenzionata a continuare ad aumentare i tassi d'interesse in futuro.

Infatti, la BCE ha dichiarato che "manterrà la rotta di un aumento significativo dei tassi di interesse a un ritmo costante" e che "intende aumentare i tassi di interesse di altri 50 punti base" a marzo.

Infine, sono stati forniti ulteriori dettagli sulle modalità di funzionamento del Quantitative Tightening. La BCE ridurrà il proprio bilancio di 15 miliardi di euro al mese, ovvero circa la metà del ritmo di maturazione naturale del portafoglio. Continueranno quindi i reinvestimenti parziali, con particolare attenzione ai reinvestimenti di obbligazioni societarie "verso emittenti con una migliore performance climatica". Questo piccolo dettaglio potrebbe essere la parte più importante della decisione, perché è il primo passo concreto nell'utilizzo del bilancio della BCE per promuovere gli obiettivi climatici.

Jamie Niven, Senior Fund Manager di Candriam

È evidente che il mercato si era posizionato per una BCE hawkish. Nonostante le dichiarazioni esplicitamente da falco della banca centrale, con un ritorno alla forward guidance (nonostante si pensasse fosse stata abbandonata) e “l'intenzione” di effettuare un altro rialzo da 50 pb a marzo, abbiamo assistito a un forte rally delle obbligazioni (almeno prima della conferenza stampa della Lagarde).

Ritengo che ci sia una buona possibilità di un errore di politica monetaria da parte della BCE. Sebbene l'inflazione sia ancora ben al di sopra dell'obiettivo e i dati sulla crescita siano inequivocabilmente più positivi rispetto a due mesi fa, con l'evoluzione dei prezzi del gas e la riapertura della Cina a portare venti favorevoli, il ciclo di rialzi dei tassi è stato aggressivo in Europa, persino più aggressivo della Fed in termini di ritmo di rialzi dei tassi, nonostante una data di inizio più tardiva. Il timore è che il ritardo nella trasmissione della politica monetaria provochi un indebolimento della crescita nella seconda metà del 2023. La reazione dei prezzi delle obbligazioni dopo l'annuncio odierno della BCE suggerisce che il mercato tende ad essere d'accordo e non crede davvero che la BCE possa mantenere questo tono da falco più a lungo di quanto già previsto

Sylvain Broyer, Chief Economist EMEA di S&P Global Ratings

Sembra evidente che il picco del ciclo dei rialzi sarà nella fascia tra il 3 e il 3,5% per il tasso di deposito della BCE. Ma è difficile avere una visione precisa al momento. La lettura dell'economia europea rimane complessa, in quanto soggetta a forze opposte e asincrone.

Ad esempio, si prevede che la produzione rimanga forte, ma che i consumi si indeboliscano nella prima metà dell'anno, mentre i consumi e gli investimenti dovrebbero riprendersi nella seconda metà dell'anno, quando la produzione rallenta.

Inoltre, la BCE non sta alzando i tassi solo a causa delle fluttuazioni a breve termine del ciclo economico. Il livello dei tassi neutrali - in cui le banche centrali non sono né espansive né restrittive - sta salendo per ragioni strutturali di lungo periodo. Gli shock subiti dal commercio globale dopo la pandemia e la necessità di rendere più ecologiche le nostre economie implicano un riorientamento delle catene di approvvigionamento.

Questo processo richiederà necessariamente maggiori investimenti, un nuovo equilibrio del risparmio e quindi tassi più alti. Sarebbe prematuro ipotizzare un taglio dei tassi da parte della BCE alla fine di quest'anno.

Mahmood PRADHAN, Head of Global Macro Economics, Amundi Institute

  • La Banca Centrale Europea ha aumentato i tassi di interesse di mezzo punto percentuale, con un aumento del tasso di deposito che sale al 2,5%. Ha inoltre annunciato l'intenzione di effettuare un altro aumento dei tassi di 50 punti base a marzo. Prevediamo che il tasso di deposito raggiunga un picco del 3,5%.
  • Orientamento verde: La BCE intende orientare maggiormente i propri reinvestimenti in obbligazioni societarie verso emittenti con migliori performance climatiche. E’ un'iniziativa importante dal punto di vista simbolico, ma la sua partecipazione in obbligazioni societarie è relativamente modesta.
  • Politica monetaria globale: Esistono forti analogie tra la Fed, la BCE e la Bank of England. Tutte e tre affermano di voler aumentare ulteriormente i tassi, ma rimangono dipendenti dai dati e non si spingono contro le aspettative del mercato per il tasso terminale.
  • Implicazioni per gli investimenti: La BCE ha innescato un forte rally sui mercati obbligazionari, con i BTP che hanno sovraperformato i Bund. L'entità di questi guadagni ci sembra un po' estrema. Riteniamo che investire o mantenere l’investimento nel credito sia una scelta valida.

Quali sono le implicazioni per i mercati?

Le azioni delle banche centrali di questa settimana sono di buon auspicio per la maggior parte delle asset class a breve termine, in particolare per le obbligazioni e il credito, poiché ora c'è più chiarezza sui tassi terminali.

Per quanto riguarda la zona euro, la BCE ha inviato un messaggio diverso rispetto ai toni abbastanza aggressivi di dicembre. In questa occasione, la banca centrale ha parlato di una situazione più equilibrata, sia in termini di crescita che di inflazione, pur ribadendo che manterrà la rotta per garantire un ritorno dell'inflazione al target del 2%.

Il mercato prevede che la BCE interromperà i rialzi dopo aver effettuato un altro aumento di 50 punti base a marzo.

Ciò ha innescato un forte rally nei mercati obbligazionari, con i BTP che hanno sovraperformato i Bund. L'entità dei guadagni ci sembra un po' estrema data l'incertezza che ancora persiste. Ad esempio, non conosciamo ancora il pieno impatto della riapertura della Cina e l’inflazione core rimane elevata nella zona euro. Riteniamo che l’investimento nel credito sia una scelta validae non c'è dubbio che la volatilità è in constante diminuzione, contribuendo a generare carry.

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