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Europa emergente: il crollo dei prezzi del gas porta nuovi benefici?
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Europa emergente: il crollo dei prezzi del gas porta nuovi benefici?

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30 MAR, 2023

Di Schroders

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AUTORE: Andrew Rymer, CFA, Senior Strategist, Strategic Research Unit, e Rollo Roscow, Emerging Markets Fund Manager, Schroders

I prezzi del gas naturale sono scesi di ben l’87% dal picco raggiunto a fine agosto 2022, a seguito della brusca impennata dei prezzi innescata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Per i mercati emergenti dell’Europa centrale, cioè Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca – noti come Paesi CE3 – ciò ha portato un notevole sollievo a livello economico e finanziario. Da quando il prezzo del gas naturale ha raggiunto il picco, i Paesi CE3 hanno sovraperformato i mercati emergenti globali, misurati dall’MSCI Emerging Markets, in media del 20% e addirittura del 24% nel caso della Polonia. Tuttavia, gli ultimi dati macroeconomici dei Paesi CE3 rimangono generalmente deboli, riflettendo l’impatto dell’aumento dei tassi e dell’inflazione sui redditi reali. Inoltre, il rischio geopolitico sembra destinato a rimanere una nube minacciosa all’orizzonte. Ci sono tuttavia segnali che indicano che le prospettive hanno smesso di deteriorarsi e potrebbero essere destinate a migliorare.

La crisi del gas in Europa si è attenuata, almeno per ora...

I livelli di stoccaggio di gas nell’Eurozona sono molto alti per questo periodo dell’anno, rispetto alla media degli ultimi dieci anni, di conseguenza il rischio di carenze di approvvigionamento o di interruzioni di corrente sembra essere minimo almeno fino al prossimo inverno. La prospettiva di una crisi del gas in Europa, anche se ora è più debole, non è però del tutto svanita, infatti, lo stoccaggio in vista dell’inverno 2022/2023 si è compiuto prima della cessazione della maggior parte delle forniture dalla Russia. Un inverno più rigido rispetto a quest’anno farebbe aumentare la domanda di gas.

Inoltre, l’importazione di gas naturale liquefatto (GNL) ha sostituito alcune forniture russe nel 2022, in un’efficace ristrutturazione dei mercati energetici globali. Lo scorso anno, Europa e Regno Unito insieme hanno aumentato le importazioni di GNL del 60%. Questo ha fatto aumentare la domanda globale di GNL e, con la riapertura dell’economia cinese, il rischio di shock dei prezzi nei prossimi anni non può essere scartato.

Politica monetaria e inflazione dei Paesi CE3

Come in altre parti del mondo, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, le banche centrali dei Paesi CE3 hanno risposto all’aumento dell’inflazione con un inasprimento della politica monetaria, con un rialzo di ben oltre il 6% in Polonia e Repubblica Ceca, e di oltre l’11% in Ungheria. Con l’inflazione in attenuazione e i prezzi del gas in discesa, negli ultimi mesi le banche centrali hanno poi deciso di lasciare i tassi fermi.

L’allentamento delle preoccupazioni legate alla crisi del gas ha inoltre sostenuto le valute dei Paesi CE3, attenuando il passaggio dell’inflazione dall’aumento dei costi delle importazioni. Si prevede che i prezzi dei prodotti alimentari a livello mondiale si ridurranno leggermente nei prossimi trimestri, il che dovrebbe sostenere la disinflazione. Il ritmo di avvicinamento dell’inflazione al target rimane tuttavia incerto. Gli aumenti dei salari minimi, come quello del 20% annunciato quest’anno in Polonia, potrebbero complicare il compito delle banche centrali. Di conseguenza, in assenza di un cambiamento sostanziale delle prospettive, sembrano destinate a mantenere la politica monetaria restrittiva per un certo periodo di tempo prima di tagliare i tassi.

Come si presentano le valutazioni?

Anche in seguito alla forte performance dei mercati azionari dei Paesi CE3 dopo il picco del prezzo del gas in agosto, le valutazioni di Polonia e Ungheria appaiono ancora convenienti su base combinata. È importante notare che Ungheria e Repubblica Ceca sono mercati piccoli. In totale, ci sono tre titoli in ogni indice nazionale. Ciò può alterare i dati di valutazione principali. Basti pensare che per la Repubblica Ceca il titolo più grande e dominante dell’indice è una società del settore energetico. Le valute di Polonia e Ungheria sono relativamente a buon mercato rispetto alla media di lungo periodo. Tuttavia, dopo la forte performance degli ultimi mesi, il grado di economicità si è ridotto.

La nostra view sui mercati dei Paesi CE3

Abbiamo una view favorevole su Polonia e Ungheria. In Polonia, le prospettive macroeconomiche stanno migliorando, grazie ai segnali di picco dell’inflazione, e le valutazioni sono interessanti. In Ungheria, le prospettive restano complesse, anche se di recente si è registrato un modesto miglioramento. Il rischio politico è costante, ma le valutazioni di mercato compensano questi aspetti negativi. Rimaniamo, invece, negativi nei confronti della Repubblica Ceca, poiché le opportunità azionarie sono limitate.

Il quadro generale dei Paesi CE3 è più sano rispetto a un anno fa. La crisi energetica si è in parte attenuata e, se la disinflazione seguirà le previsioni, le prospettive potrebbero migliorare progressivamente fino al 2023. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia rimarrà un rischio, ma se i prezzi dell’energia rimarranno bassi e quelli alimentari si ridurranno come previsto, le prospettive dovrebbero continuare a migliorare.

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