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Outlook 2023 Asia & Giappone: buone senzazioni
Investimento in Asia

Outlook 2023 Asia & Giappone: buone senzazioni

Ecco le prospettive di T.Rowe Price per il 2023 in Asia e il Giappone: in generale, le previsioni sono positive.
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16 GEN, 2023

Di T.Rowe Price

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Quali sono le prospettive di T.Rowe Price per il 2023 in Asia e il Giappone? Gli esperti di T.Rowe Price ci spiegano cosa possiamo aspettare per il 2023.

Asia ex- Giappone: le prospettive restano positive per il 2023

AUTORE: Anh Lu, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV – Asia ex-Giappone Equity, T. Rowe Price &

Siamo tuttora relativamente ottimisti sull'azionario asiatico (Giappone escluso) per il 2023. La situazione appare favorevole nel breve termine per la Cina e l'Asia settentrionale: le valutazioni sono a livelli ciclicamente depressi e i mercati nettamente trascurati dagli investitori globali. La Cina sta riducendo le restrizioni anti-Covid e incrementando il sostegno al settore immobiliare, il che dovrebbe dare impulso agli utili nel 2023,  se questa linea politica dovesse essere mantenuta per il resto dell'anno.

Ci aspettiamo inoltre che la correzione delle scorte nel settore tecnologico tocchi il fondo nella prima metà del 2023 e sia seguita da un rimbalzo degli utili nel secondo semestre del 2022.

Nel breve termine, siamo invece più cauti sull'India e il Sud Est asiatico. Le valutazioni appaiono eccessive, soprattutto in India, ma il Paese potrebbe essere sul punto di imboccare una traiettoria di crescita più rapida, grazie al nuovo ciclo di investimenti e alla maggiore capacità di gestire le pressioni inflative importate. Da parte sua, il Sud Est asiatico può beneficiare di investimenti diretti esteri più consistenti, ora che alcune multinazionali stanno cercando di diversificare la base di fornitori al di fuori della Cina.

Le sfide per la crescita globale

Nel 2023 l'economia globale dovrà fare i conti con diverse condizioni sfavorevoli, tra cui il conflitto in Ucraina scatenato dall'invasione russa, i rialzi dei tassi finalizzati a contenere l'inflazione, l'impulso fiscale negativo con il ritiro dello stimolo pandemico, il vigore del dollaro USA e la crescita fiacca in Cina. Nonostante questa varietà di venti contrari, pochi si aspettano una recessione globale profonda. Le previsioni del consensus indicano una crescita del PIL modesta ma positiva nel 2023, stimata al 2,7% dal Fondo monetario internazionale.

Nel complesso, vediamo l'Asia posizionata relativamente bene per affrontare il rallentamento globale, rispetto ad altre regioni. Uno dei motivi principali su cui poggia questa convinzione è l'aspettativa che una ripresa dell'economia cinese nel 2023 offra sostegno all'attività in tutta l'Asia, sempre ad esclusione del Giappone. La Cina ha il vantaggio di trovarsi in una fase molto diversa del ciclo economico rispetto ad altre economie di primo piano. L'inflazione più bassa lascia un certo margine per espandere il credito e stimolare l'economia dopo l'abbandono della politica zero Covid.

In breve, una recessione nel 2023 appare molto meno probabile qui che in altre regioni. L'inflazione infatti non è così alta in confronto ad altri mercati importanti e questo implica una minore esigenza di contrazione monetaria, mentre le previsioni di crescita del PIL per il 2023 sono attorno al 4%.

In Asia le pressioni inflative sono meno intense

Siamo convinti che l'Asia (Giappone escluso) sia relativamente ben posizionata rispetto all'inflazione, che in vari Paesi della regione ha raggiunto il picco già nel corso del terzo trimestre, grazie alla decisione di evitare un allentamento monetario e fiscale di ampia portata durante la pandemia. Le politiche economiche asiatiche non hanno reagito alle pressioni inflative con la stessa aggressività di quelle del mondo occidentale e le banche centrali dell'Asia sono più vicine alla fine dei rispettivi cicli di rialzi. Abbiamo visto un miglioramento nel trend dell'inflazione in Asia in confronto agli Stati Uniti e all’Europa, e uno dei motivi principali è che l'Asia non ha gravi carenze di manodopera. Inoltre, l'assenza di inflazione in Cina permetterà al Paese di concentrarsi sulle politiche di crescita da qui in avanti.

Nel 2022 il dollaro forte è stato un ostacolo notevole per le azioni dell'Asia (Giappone escluso). Tuttavia, la fase attuale di vigore del biglietto verde dura da circa 11 anni e su base storica dovrebbe essere vicina alla fine. Con i tassi d'interesse USA ormai prossimi al picco, l'inflazione che comincia a raffreddarsi e il rischio di recessione in aumento, un'inversione di rotta del dollaro oggi appare più probabile: se dovesse verificarsi, verrebbe meno uno dei fattori che hanno frenato la performance dell'azionario asiatico nel 2022.

Rischi di deglobalizzazione limitati

Dal nostro punto di vista, la deglobalizzazione nel breve termine pone rischi limitati per le economie della regione asiatica, Giappone escluso. Non c'è stata una corsa ad accorciare le catene logistiche globali dopo la pandemia, malgrado il gran parlare sull'argomento. Gli Stati Uniti restano il principale partner commerciale della Cina, che a sua volta resta il primo fornitore di merci importate per gli Stati Uniti e il terzo mercato di esportazione. Nel caso della Cina, il totale degli investimenti diretti esteri (FDI) è balzato a un livello record nel 2021, continuando a crescere anche nel contesto difficile del 2022: nel settore non finanziario, il valore è arrivato a 138,5 miliardi di dollari USA fra gennaio e settembre, secondo il Ministero del commercio cinese.

Si prospetta un'integrazione regionale più profonda

Il cambio di passo dell'economia cinese potrebbe rafforzare l'integrazione regionale con l'Asia (Giappone escluso). Le esportazioni intra-asiatiche sono aumentate come quota dell'export mondiale, anche se a un ritmo più lento negli ultimi 10 anni in confronto al decennio precedente. La Cina sta cercando attivamente di stringere legami economici più solidi con i paesi ASEAN del Sud Est asiatico. Uno degli obiettivi principali sarà tenere aperti i mercati e le catene di fornitura per un patto commerciale regionale, con scambi annuali di merci per un valore vicino ai 900 miliardi di dollari USA.

Prospettive di investimento per il 2023

Nel 2022 la performance è stata molto più fiacca delle aspettative, ma siamo convinti che per il 2023 le prospettive siano più promettenti. Sono ancora all’opera molti dei trend a lungo termine che avevamo identificato per il 2022, tra cui la protezione ambientale, la transizione verso l'energia verde, il rinnovo industriale e infrastrutturale, la produzione sostitutiva delle importazioni, il rapido sviluppo dell'ecosistema internet e l'integrazione regionale più approfondita.

Come sempre, la nostra ambizione è mantenere un'esposizione bilanciata a queste tendenze di crescita di lungo periodo in Asia, evitando di assumere ampie posizioni direzionali a breve termine.

Giappone, ottime notizie grazie a corporate governance, esportazioni e stabilità politica

AUTORE: Daniel Hurley, Portfolio Specialist, Japanese Equity Strategy, T.Roew Price

Anche se il rallentamento dell'economia globale avrà un impatto sulla domanda, ci sono diversi fattori che suggeriscono prospettive ampiamente incoraggianti per il Giappone fino al 2023. L'attenzione alla pandemia di coronavirus, le politiche divergenti e il precipitoso calo dello yen hanno messo in ombra un miglioramento sostenuto e molto incoraggiante della corporate governance in Giappone. Si tratta di una storia lunga e di successo, che tuttavia sembra non essere pienamente apprezzata dagli investitori stranieri.

Nonostante l'attuale incertezza dell'economia globale, le società giapponesi continuano a riacquistare azioni e a restituire capitale agli azionisti a livelli record, e la pressione dei team di gestione per una maggiore attenzione verso gli azionisti è incessante. Nel frattempo, l’ultima stagione degli utili in Giappone è stata forte e incoraggiante. La debolezza dello yen, sceso ai minimi di 30 anni rispetto al dollaro USA, ha fornito una spinta particolarmente forte agli esportatori giapponesi, che rappresentano un peso significativo nel TOPIX. Questi fattori creano notevoli opportunità per gli investitori a lungo termine.

Anche il contesto politico è favorevole. Il Giappone è uno dei Paesi politicamente più stabili al mondo. A luglio 2022, il primo ministro Fumio Kishida e il Partito liberaldemocratico (LDP) hanno vinto le elezioni per la Camera alta, consolidando il loro mandato dopo aver vinto le elezioni per la Camera bassa nell'ottobre 2021. Ciò dovrebbe consentire di portare avanti politiche economicamente pragmatiche, ma politicamente controverse, come l'abolizione delle restrizioni COVID, l'apertura delle frontiere giapponesi e il riavvicinamento all'energia nucleare.

Nel breve termine, il basso livello relativo di inflazione dovrebbe continuare a sostenere la crescita economica, fornendo un cuscinetto contro gli impatti dell'inasprimento delle politiche che altri mercati sviluppati sperimenteranno nel 2023. Oltre alla politica ultra-accomodante della BOJ, le valutazioni delle aziende sono inferiori alla media di lungo periodo del Paese e le frontiere e l'economia giapponesi sono di nuovo completamente aperte dopo la pandemia, con una forte domanda repressa da smaltire. Questi aspetti rendono il Giappone un mercato interessante per gli investitori fondamentali, un'ipotesi resa ancora più forte se considerata alla luce della recessione globale prevista da molti per l’anno appena iniziato. 

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