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Scenario economico complicato ma non catastrofico
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Scenario economico complicato ma non catastrofico

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5 MAG, 2023

Di Zest Asset Management

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AUTORE: Alberto Conca, responsabile degli investimenti di Zest AM

La recessione non è più una questione di se, ma di quando

I principali indicatori anticipatori segnalano chiaramente un rallentamento in arrivo, previsto per la fine di quest'anno o l'inizio del prossimo, al massimo. I tassi di interesse elevati e le condizioni finanziarie restrittive stanno influenzando l'economia, lentamente, ma inesorabilmente. Alcuni di questi effetti sono già visibili nel mercato immobiliare americano, le nuove richieste di mutui sono vicine ai minimi decennali, mentre altri indicatori come gli avvii di nuove costruzioni sono ancora elevati, anche se probabilmente è solo questione di tempo prima che questi numeri inizino a contrarsi.

Allo stesso tempo, il credito bancario sta diminuendo, soprattutto quello erogato dalle piccole banche regionali, a seguito della debacle finanziaria che ha colpito Silicon Valley Bank. L'inflazione “core” (che esclude i prezzi di alimenti ed energia) rimane ostinatamente alta e la Federal Reserve non prenderà il rischio di lasciare che le aspettative di inflazione si radichino nelle menti dei consumatori; questa è la ragione per cui non crediamo che la Fed ridurrà i tassi di interesse in previsione di un rallentamento economico; semplicemente perché non può farlo. Tuttavia, siamo d'accordo con il consensus degli analisti che prevedono tassi più bassi verso la fine dell'anno, ma mentre quest’ultimi credono in un atterraggio morbido, noi siamo più propensi a pensare che tassi inferiori saranno il risultato dell’inizio di una recessione.

Detto ciò, per ogni bicchiere mezzo vuoto ce n’è uno mezzo pieno

Il rallentamento economico sta riducendo gli eccessi del mercato del lavoro, come dimostra il dato che monitora il numero di persone che abbandonano il proprio posto di lavoro per cambiarlo (Quit Rate), che ha raggiunto il picco alla fine del 2022 e ora sta tornando a livelli normali. Questa è una notizia positiva per la Fed, poiché apre alla possibilità di agire nel caso in cui l'economia entri in recessione. Allo stesso tempo, l'aumento dei salari è stato in grado di preservare parzialmente il potere d'acquisto dei consumatori statunitensi e, sebbene non siano infiniti, i risparmi dai programmi di assistenza pandemica possono ancora sostenere il consumo per il primo semestre di quest'anno.

Come abbiamo spesso scritto in passato, il consumatore americano è colui che tiene in piedi l'economia degli Stati Uniti e se da un lato gli alti tassi di interesse si faranno sentire, i solidi bilanci familiari garantiranno un alleggerimento dell’impatto recessivo. Attualmente, il grande elefante nella stanza è rappresentato dalle banche regionali americane, la cui forte esposizione al vacillante settore immobiliare commerciale potrebbe avere conseguenze sia per il sistema finanziario che per l'economia. In particolare, la Fed sta lavorando ad una regolamentazione più stringente delle banche regionali, il che renderebbe il credito meno accessibile con effetti negativi sia sulle piccole e medie imprese che sul mercato del lavoro. Tuttavia, non possiamo escludere che SVB e simili rappresentino solo la prima parte del puzzle. Restate vigili.

Cosa succede in Europa?

Passando all'Europa, il clima mite che ha caratterizzato l'inizio dell'inverno è continuato per il resto della stagione, dichiarando ufficialmente la fine di una crisi energetica che (per fortuna) non si è mai verificata. L'economia europea continua ad essere supportata da tassi reali negativi, ma afflitta da un’inflazione ancora troppo elevata e da un mercato del lavoro eccessivamente “stretto”.

Sospettiamo che sia solo questione di tempo prima che i consumatori europei riducano le proprie spese, poiché i tassi di interesse in aumento inizieranno a intaccare negativamente le loro abitudini di consumo. Qualche supporto arriverà dalla Cina, che è appena uscita da anni di lockdown stringenti, attraverso il turismo e il consumo di beni. Tuttavia, l'effetto di ripresa sta già perdendo slancio, come hanno mostrato gli indicatori economici recenti, mentre il consumo interno rimane ancorato ai rallentamenti del settore immobiliare in declino.

Ci aspettiamo che le autorità monetarie rimangano vigili per supportare l’economia, ma la necessità di evitare gli eccessi che hanno caratterizzato l'espansione cinese negli ultimi dieci anni limiterà sia gli stimoli monetari che quelli fiscali.

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