Nel sempre mutevole panorama della finanza globale, le prospettive dei gestori di fondi spesso fungono da barometro per il sentiment degli investitori e le tendenze di mercato. Il sondaggio globale di settembre sui gestori di fondi di Bank of America, condotto tra l’1 e il 7 settembre 2023, offre uno sguardo affascinante nelle menti di 258 membri del panel che supervisionano un totale di $678 miliardi in asset under management (AUM).
Il pendolo oscilla: dall’eccessiva negatività all’ottimismo cauto
Uno degli elementi più sorprendenti del sondaggio è il notevole cambiamento nel sentiment degli investitori.
Sebbene non sia ancora il momento di dichiarare un ottimismo aperto, il sondaggio rivela una netta deviazione dall’eccessiva negatività osservata nei mesi precedenti. L’allocazione globale in azioni ha raggiunto un massimo di 17 mesi, suggerendo una crescente propensione al rischio.
Tuttavia, la cautela prevale ancora. I gestori di fondi mantengono un livello di liquidità aumentato, con livelli di liquidità FMS al 4,9%. Questa posizione prudente indica che gli investitori non sono ancora disposti ad abbracciare completamente il rischio.
Record di crescita negli Stati Uniti, record di calo nei mercati emergenti
Il sondaggio mette in evidenza un drammatico cambiamento nell’esposizione relativa tra i gestori di fondi. C’è stato un aumento record nell’allocazione al mercato statunitense, sottolineando l’attrattiva delle azioni americane. In netto contrasto, le azioni dei mercati emergenti (EM) hanno registrato un calo record, principalmente attribuito a una flessione nell’ottimismo sulla crescita cinese.
L’ottimismo sulla crescita cinese raggiunge “minimi da lockdown”
Forse una delle scoperte più significative è la brusca caduta delle aspettative di crescita in Cina, che sono scese a “minimi da lockdown”. A febbraio 2023, un robusto 78% dei partecipanti prevedeva una crescita economica cinese più forte. Tuttavia, questo ottimismo è completamente svanito, con una crescita prevista dello 0% a settembre 2023. Va notato che questo sentiment è persino inferiore rispetto a settembre 2022, poco prima della riapertura della Cina.
Una gamma di risultati economici
Il sondaggio getta anche luce su diverse opinioni riguardo alla traiettoria dell’economia globale. Mentre il 64% prevede un “atterraggio dolce”, l’11% prevede un “no” all’atterraggio. Al contrario, il 21% dei partecipanti si aspetta un “atterraggio duro”, mentre quasi il 30% ritiene improbabile una recessione nei prossimi 18 mesi.
Tagli dei tassi in primo piano
Tra i gestori di fondi c’è una forte convinzione che la Federal Reserve abbasserà i tassi, con un netto 69% che prevede tassi a breve termine più bassi, un sentiment che non si vedeva dal dicembre 2008. Tuttavia, è importante notare che una percentuale simile prevede anche un’inflazione globale più bassa, in calo rispetto al mese precedente. L’inflazione persistente rimane una preoccupazione prioritaria, e si ritiene che le banche centrali che mantengono una posizione restrittiva siano il principale “rischio di coda”.
Cambiamenti nelle prospettive sui rialzi della Fed
Il sondaggio cattura un cambiamento di sentiment riguardo alle future azioni della Federal Reserve. Mentre il 60% ritiene che la Fed abbia “concluso” con i rialzi dei tassi, si tratta di un cambiamento significativo rispetto al 47% che aveva questa opinione a agosto e al misero 9% di luglio. Questo cambiamento di percezione sottolinea la narrativa in evoluzione attorno alla politica monetaria della banca centrale.
Guardando avanti: quando la Fed taglierà i tassi?
Infine, i gestori di fondi prevedono che il primo taglio dei tassi della Fed avvenga tra aprile e dicembre 2024, con il 38% che indica la seconda metà del 2024 e il 36% che guarda al secondo trimestre. Queste aspettative offrono uno sguardo nel calendario che i gestori di fondi immaginano per potenziali cambiamenti nella politica monetaria.