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Panoramica sulle elezioni presidenziali statunitensi del 2024
Investimento negli USA

Panoramica sulle elezioni presidenziali statunitensi del 2024

La stagione elettorale si preannuncia molto impegnativa e i mercati potrebbero essere in difficoltà sia prima che dopo le elezioni.
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AUTORE: Elliot Hentov, Head of Macro Policy Research di State Street Global Advisors

Lo scenario macroeconomico in cui si svolgeranno le elezioni del 2024

Fino a poco tempo fa, la performance macroeconomica ha costituito uno straordinario strumento per prevedere l’esito delle elezioni, ed è tuttora un buon punto di partenza. A questo punto del ciclo elettorale, lo scenario macroeconomico è più favorevole al Presidente Joe Biden rispetto a quanto indicato dai sondaggi politici. La maggior parte degli indicatori macroeconomici è stata elaborata soltanto a partire dagli anni Sessanta, ma esaminando quelli che presentano le migliori correlazioni con gli esiti elettorali, emerge un quadro molto eterogeneo, sia a livello nazionale sia a livello di Stati (swing State).

Va sottolineato che la maggior parte di questi indicatori misura il benessere economico in termini reali, quindi un’inflazione elevata nel periodo 2021-2023 ha avuto un impatto negativo sui dati. Tuttavia, con il progressivo calo dell’inflazione, abbiamo assistito ad un miglioramento dei dati e, solitamente, quelli relativi alla prima metà dell’anno in cui si svolgeranno le elezioni hanno un maggiore potere predittivo (Figura 1).

Figura 1: Gli attuali indicatori macro favoriscono soprattutto il candidato in carica

Image of Current Macro Indicators Mostly Favorable for the Incumbent

Non è tutto legato all’economia

Tra i dati sopra citati, l’indice di gradimento del Presidente è uno dei più longevi poll standardizzati al mondo e tende a essere un indicatore affidabile dell’opinione pubblica. Secondo i sondaggi attuali, il gradimento di Biden è inferiore a quello di qualsiasi altro presidente in carica che è riuscito a farsi rieleggere, oltre ad essere inferiore a quello dell’ex presidente Donald Trump registrato nello stesso periodo durate la sia amministrazione. 

Temi di carattere straordinario continuano a influenzare il comportamento degli elettori e l’affluenza alle urne, sia a livello nazionale che a livello statale. Le continue pressioni del Partito Repubblicano contro la legittimità delle elezioni del 2020 hanno destato preoccupazione in una parte dell’elettorato, soprattutto negli elettori indipendenti. Inoltre, la storica decisione della Corte Suprema di giugno 2022, che consente ai governi statali di vietare l’aborto, ha probabilmente fatto impennare l’affluenza alle urne nelle elezioni di metà mandato del 2022.

Di conseguenza, i candidati democratici hanno ottenuto una schiacciante vittoria nelle elezioni del 2022-2023, a fronte del debole indice di gradimento del Presidente. Di fatto, le elezioni midterm del 2022 hanno registrato la più forte sovraperformance rispetto al risultato atteso in base all’indice di gradimento, pur risultando comunque una sconfitta per i Democratici (Figura 2).

Figura 2: I candidati del Partito Democratico ottengono risultati migliori a fronte dell’impopolarità di Biden

Chart Image of Democrat Candidates Outperform Relative to Mr. Biden’s Unpopularity

Le elezioni statunitensi nel contesto storico

L’attuale clima politico ha reso le elezioni federali generalmente più volatili. Nelle società altamente polarizzate e divise, i cambiamenti al potere avvengono più frequentemente a causa di gruppi sempre più piccoli di elettori che esprimono i loro interessi specifici. Questa tendenza può essere individuata fin dalla metà del XX secolo, se si segue il coefficiente di permanenza in carica di un partito a livello nazionale utilizzando una media mobile decennale delle elezioni federali per valutare il lasso di tempo in cui un partito ha mantenuto il controllo di una camera del Congresso o alla Casa Bianca.

Ad esempio, durante la Guerra Fredda, il sistema politico statunitense era notevolmente stabile – si verificavano pochi cambi al vertice, a prescindere dalla diversa appartenenza del presidente a un dato partito. Questo fenomeno si è normalizzato negli anni ‘90 e, negli ultimi anni è sceso ai minimi storici, tanto che la possibilità che un partito mantenga il controllo di una camera del Congresso o della Casa Bianca ha le stesse probabilità del lancio di una moneta (Figura 3).

Figura 3: Il controllo politico da parte di un partito è una questione di fortuna

Chart Image of A Party Retaining Political Control a Matter of Chance

In sintesi, l’ultimo decennio è stato il primo dall’inizio del XX secolo in cui è avvenuto un cambiamento al vertice ogni due anni. Considerando le elevate probabilità che i repubblicani riprendano il controllo del Senato statunitense nel 2024, è verosimile che questo schema continui (Figura 4).

Figura 4: L’ultimo decennio è stato caratterizzato dal più grande flusso politico dell’ultimo secolo

Chart Image of The Past Decade Has Witnessed the Greatest Political Flux in a Century

Le elezioni presidenziali statunitensi avranno un impatto globale senza precedenti

L’aumento della volatilità politica non sarebbe così problematico per i mercati se il contesto macroeconomico e geopolitico fosse più stabile e solido.

L’amministrazione eletta nel 2024 erediterà probabilmente un mondo caratterizzata da importanti scontri militari regionali, conflitti commerciali in corso, problemi di sicurezza nazionale e disruption tecnologica. L’aumento della polarizzazione politica può influenzare drasticamente i risultati, provocando frequenti cambi al potere e forti oscillazioni politiche. Questo è il motivo principale per cui i mercati finanziari sono ancora più attenti alle elezioni statunitensi rispetto ai decenni precedenti: queste ultime hanno un impatto macroeconomico e di mercato più rilevante.

A tal proposito, la politica estera sarà più rilevante del solito per i mercati, date le implicazioni per la credibilità del sistema di alleanze degli Stati Uniti. Il ritorno di Trump alla Casa Bianca comporterebbe maggiori costi in termini fiscali e di sicurezza per gli alleati europei e non solo. Inoltre, anche la stessa traiettoria fiscale degli Stati Uniti è in discussione, anche se ciò dipende dalla distribuzione del potere tra Congresso e Presidenza. La maggior parte dell’aumento del deficit fiscale dal 2017 si è verificato durante i periodi in cui Washington era controllata da un solo partito o durante la fase critica della pandemia.

Da allora, l’attuale composizione politica ha intrapreso ripetute battaglie sul bilancio e probabilmente si assesterà su un modesto percorso di consolidamento fiscale. Ma l’espansione fiscale potrebbe tornare in discussione a seconda della composizione post-elettorale tra ramo legislativo ed esecutivo.

Infine, le ultime amministrazioni hanno fatto leva sul potere esecutivo e sul rulemaking in misura molto maggiore, sia per aggirare il processo legislativo sia per sostenere importanti piattaforme politiche. Se da un lato questi provvedimenti esecutivi possono essere soggetti a vigorose contestazioni politiche e legali, dall’altro potrebbero avere un impatto notevole sulla natura e sulla qualità dell’implementazione delle leggi all’interno del governo. Questo potrebbe valere anche per la governance della Federal Reserve e quindi per il fulcro della politica economica degli Stati Uniti.

Figura 5: Situazioni da monitorare in quest’anno di elezioni

Un clamoroso ribaltone nelle fasi iniziali delle primarie repubblicane, soprattutto nel New Hampshire
L’emergere di una lista finale di candidati elegibili appartenenti al terzo partito
Eventuali shock esogeni ai candidati presidenziali, dovuti a problemi di salute (entrambi sono i candidati più anziani in assoluto), di reputazione o legali
Scelta del candidato, consensi anticipati, unione/divisione nel partito
Shock geopolitici o macroeconomici che influenzano il sentiment degli elettori
Dati politici e macroeconomici dei sei principali Swing State: Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, Pennsylvania e Wisconsin.
Source: State Street Global Advisors.

Implicazioni per gli investimenti

L’impatto più immediato delle elezioni di quest’anno sarà probabilmente sul processo di budgeting tra la Camera repubblicana e il Presidente democratico, fattore che implica una politica fiscale leggermente più restrittiva nel corso del 2024. Prevediamo che la Fed inizierà a tagliare i tassi in primavera, spinta soprattutto dalla disinflazione ma favorita dalle dinamiche elettorali, e ciò significa che il dollaro sarà leggermente più debole rispetto allo scorso anno.

Per quanto riguarda l’azionario statunitense, gli anni delle elezioni presidenziali offrono un rendimento medio annuo del 6,8%, inferiore al rendimento medio dell’8,8% registrato dopo il 1948. Questo è un risultato verosimile per il 2024, alla luce del rally di mercato di fine 2023 che ha già anticipato molti dei profitti e della crescita economica leggermente più debole attesa per quest’anno.

In conclusione, la stagione elettorale si preannuncia molto impegnativa e i mercati potrebbero essere in difficoltà sia prima che dopo le elezioni.

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