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La BCE mantiene i tassi al 4,5% per la quarta riunione consecutiva: ecco le reazioni degli esperti
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La BCE mantiene i tassi al 4,5% per la quarta riunione consecutiva: ecco le reazioni degli esperti

In questo modo, l’istituto emittente lascia i tassi immutati per la quarta riunione consecutiva dopo aver rallentato nel suo incontro di ottobre.
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7 MAR, 2024

Di Teresa M. Blesa di RankiaPro

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Il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso giovedì di mantenere i tassi di interesse invariati. Di conseguenza, il tasso di riferimento per le operazioni di rifinanziamento rimarrà al 4,50%, mentre il tasso di deposito sarà mantenuto al 4% e il tasso di facilità di prestito al 4,75%. In questo modo, l'istituto emittente lascia i tassi immutati per la quarta riunione consecutiva dopo aver rallentato nel suo incontro di ottobre, dopo aver effettuato dieci aumenti consecutivi del prezzo del denaro, portandolo al suo livello più alto in oltre 20 anni. Ecco le reazioni degli esperti:

Whitney Watson, Co-Head e Co-CIO of Fixed Income and Liquidity Solutions, Goldman Sachs Asset Management

Whitney Watson, Co-Head e Co-CIO of Fixed Income and Liquidity Solutions di Goldman Sachs Asset Management.

Come previsto, la BCE ha mantenuto i tassi invariati e ha ribadito il proprio approccio dipendente dai dati nel meeting di gennaio, secondo cui prima di poter iniziare a tagliare i tassi, la Banca Centrale deve avere a disposizione maggiori prove sul fatto che l'inflazione stia tornando in modo sostenibile verso il target .

Nonostante la revisione al ribasso della crescita e dell'inflazione, la BCE ha sottolineato che le pressioni sui prezzi a livello nazionale rimangono elevate, in parte a causa della forte crescita dei salari. Di conseguenza, prevediamo che la BCE inizierà a tagliare i tassi a partire da giugno, per un totale di quattro tagli da 25 punti basse per quest'anno.

Sebbene i rischi siano diventati più equilibrati, tagli dei tassi più profondi o più rapidi potrebbero concretizzarsi nel caso in cui la disinflazione dovesse prendere piede o l'economia dovesse entrare in una fase di recessione.

Nicolas Forest, CIO, Candriam

Christine Lagarde sta cercando di non agitare le acque, mantenendo invariata la sua posizione. Tuttavia, le pressioni per un taglio dei tassi stanno aumentando a causa dell'inflazione in calo e della crescita debole. La Banca Centrale Europea (BCE) riconosce che c’è un miglioramento per quanto riguarda l'inflazione, ma ha bisogno di maggiori prove sulla sostenibilità del processo di disinflazione, in particolare per quanto riguarda l'evoluzione dei salari, soprattutto il costo unitario del lavoro. La BCE sta lentamente aprendo la strada alla normalizzazione monetaria, che potrebbe essere un fattore di sostegno per le obbligazioni europee.

Prevediamo che la BCE sarà la prima banca centrale a tagliare i tassi a giugno, in quanto disporrà dei dati e degli argomenti giusti per normalizzare la politica monetaria, e sarà probabilmente seguita sia dalla FED che dalla BOE.

In effetti, la Fed e la BCE taglieranno i tassi quasi allo stesso ritmo nei prossimi mesi. Non ci aspettiamo molte sorprese, tuttavia è certamente possibile che la FED si muova con più lentezza, tenuto conto della resistenza dell'economia statunitense. In questo caso, la BCE dovrebbe decidere autonomamente la propria strategia monetaria.

Altaf Kassam, Head of Investment Strategy & Research per l’area EMEA, State Street Global Advisors

Altaf Kassam, Head of Investment Strategy & Research per l’area EMEA di State Street Global Advisors

La BCE ha lasciato invariato il tasso di policy anche oggi, come avevamo previsto. Questo dà maggior credito alla nostra view secondo la quale la BCE inizierà a tagliare i tassi solo a giugno e dovrebbe effettuare quattro tagli di 25 punti base per quest'anno, abbastanza in linea con le attuali previsioni del mercato.

Questa pausa da falco era praticamente "scontata", in quanto era estremamente improbabile che la BCE si muovesse prima della Fed. Ora che le possibilità che la Fed tagli i tassi a maggio sono quasi del tutto escluse, vediamo che anche le probabilità di una riduzione dei tassi ad aprile da parte della BCE si sono ridotte quasi a zero, da cui la nostra ipotesi di un inizio dell’allentamento a giugno.

Sembra che i dati sull'inflazione dell'Eurozona per il mese di febbraio abbiano dato qualche preoccupazione al Consiglio direttivo, risultando superiori al consenso, e inducendo persino i membri del Consiglio direttivo tipicamente più “dovish” ad essere meno inclini a fare pressione per un taglio anticipato dei tassi. Sembra che la Banca Centrale debba attendere ulteriori prove che l'inflazione stia scendendo in modo sostenibile verso il target del 2% prima di prendere in considerazione un allentamento. Detto questo, dal momento che anche le previsioni ufficiali sull'inflazione sono state riviste al ribasso, vediamo una traiettoria più chiara verso l’allentamento di giugno.

Morgane Delle Donne, Head of Investment Strategy Europa, Global X

Morgane Delle Donne, Head of Investment Strategy Europa, Global X

La riunione della BCE ha evidenziato la crescente complessità per il Consiglio direttivo di prescrivere l'orientamento di politica monetaria appropriato.

L'inflazione su base annua si sta riavvicinando all'obiettivo del 2%, ma i prezzi del petrolio rimangono più alti del 24% rispetto alla media decennale e continuano ad alimentare sia l’inflazione che la riduzione della domanda. Lo staff della BCE ha rivisto al ribasso le proiezioni di crescita e inflazione per il 2024, rispettivamente allo 0,6% e al 2,3% anno su anno, ma l'inflazione di fondo e l'inflazione salariale rimangono elevate.

È probabile che la BCE lasci invariati gli attuali tassi, a costo di infliggere ulteriori colpi alla domanda, fino a quando avrà bisogno di ridurre l'inflazione e fino a quando la disoccupazione rimarrà ai minimi storici. Anche le prospettive dei prezzi dell'energia sono determinanti per le future decisioni della BCE, in quanto hanno un impatto diretto sull'inflazione dovuta ai costi. I prezzi del petrolio potrebbero rimanere elevati per qualche tempo, a causa del miglioramento dell'attività economica negli Stati Uniti e in Cina, e alle continue tensioni geopolitiche nel Mar Rosso. Questo riduce ulteriormente le possibilità che la BCE intervenga prima di vedere una flessione dei prezzi dell'energia.

In generale, è improbabile che la BCE tagli i tassi prima della Fed, o almeno questo è quello che il mercato sta scontando. Le probabilità basate sull'OIS (Overnight Index Swap) indicano giugno per il primo taglio dei tassi della BCE, in linea con l'aspettativa dei mercati per il primo taglio della Fed. Tagliando i tassi per prima, infatti, la BCE sorprenderebbe il mercato e invierebbe un segnale negativo sulle prospettive della regione. Inoltre, l'effetto di un taglio asincrono dei tassi dovrebbe portare a un forte deprezzamento dell'euro nei confronti del dollaro e delle altre principali valute, con il rischio di essere controproducente per la riduzione dell'inflazione, poiché renderebbe più costose le importazioni.

Pertanto, è probabile che la tempistica del primo taglio dei tassi della BCE sia sempre più dettata da quella della Fed, come sottolineato dalla successiva dichiarazione della Presidente Lagarde "ne sapremo di più a giugno" durante il Q&A, a meno che l'economia non si deteriori a tal punto da far prevalere i rischi di recessione su quelli di inflazione.

Felix Feather, Economist, abrdn

Felix Feather, economista, abrdn

Sebbene le preoccupazioni per gli effetti di secondo impatto dell'elevata crescita dei salari nominali abbiano impedito alla BCE di tagliare i tassi durante la riunione odierna, le revisioni delle proiezioni dello staff della Banca centrale europea suggeriscono che i tagli non sono lontani. Sia le previsioni sull'inflazione globale che quelle sull'inflazione di fondo per il 2024 e il 2025 sono state riviste al ribasso, suggerendo che la BCE è sempre più convinta che l'inflazione si stia effettivamente dirigendo rapidamente verso l'obiettivo di inflazione del 2%.

Prevediamo che il primo taglio dei tassi avverrà a giugno, quando il Consiglio direttivo avrà preso visione dei dati sui salari del 1° trimestre.

Antonella Manganelli, AD, Payden & Rygel Italia

Antonella Manganell

La Banca Centrale Europea, in linea con le aspettative, nel corso della riunione di oggi ha lasciato invariati i tassi di interesse di riferimento. La BCE ha inoltre pubblicato le nuove proiezioni economiche per la regione. Le aspettative sul PIL sono state ridotte dello 0,2% allo 0,6% nel 2024 e aumentate dello 0,1% all'1,6% nel 2026. Ma la sorpresa principale è arrivata dalla revisione al ribasso delle proiezioni sull'inflazione: per il 2024, le attese sono scese dal 2,7% al 2,3%, mentre quelle per il 2025 sono state abbassate dal 2,1% al 2,0%.

Sulla scia di questi aggiornamenti ai dati di previsione, i mercati hanno reagito con una contrazione dei rendimenti dei titoli di Stato, prezzando quindi una maggiore probabilità di un ciclo di tagli anticipato e più ampio in Europa. I rendimenti dei titoli di Stato tedeschi sono diminuiti di 8 e 6 punti base nella parte rispettivamente a 2 e 10 anni della curva.

Durante la conferenza stampa poi, Christine Lagarde ha confermato che l'inflazione sta rallentando, ma ha ribadito che il Consiglio direttivo ha bisogno di più dati per essere più tranquillo sulla traiettoria dell'inflazione. In sostanza, le azioni della BCE continuano a dipendere dai dati. Quindi, sebbene la Lagarde abbia confermato che sono iniziate le conversazioni sulla "riduzione della politica restrittiva della BCE", le dichiarazioni della Presidente della BCE hanno indotto i mercati a credere che sarà necessario attendere la riunione di giugno per vedere il primo taglio. Di conseguenza, al termine della conferenza stampa, i rendimenti dei titoli di Stato hanno quasi completamente invertito il loro calo iniziale, mentre l'euro si è leggermente rafforzato rispetto al dollaro USA.

Konstantin Veit, Portfolio Manager, PIMCO

Konstantin Veit, Portfolio Manager, PIMCO

Come ci aspettavamo, la BCE rimane in attesa e mantiene la sua posizione di dipendenza dai dati, riunione per riunione. Dalla fine dell'anno scorso i mercati hanno escluso una sostanziale quantità di tagli dei tassi. Le valutazioni attuali sembrano molto più ragionevoli, e non più lontane dalla nostra linea di base.

Una volta che la BCE inizierà a tagliare i tassi, crediamo che procederà con cautela con convenzionali step di 25 punti base. Ci aspettiamo tre tagli dei tassi quest'anno, a partire da giugno o più avanti. La chiave è l'andamento dei salari.

Rimaniamo un po' scettici rispetto alle quotazioni di mercato, soprattutto in virtù di un'inflazione dei servizi vischiosa, di un mercato del lavoro resiliente e di condizioni finanziarie accomodanti.

Anche le considerazioni sulla gestione del rischio giocano un ruolo importante, in quanto i costi in termini di reputazione di un'inversione di rotta una volta iniziato il ciclo dei tagli sono elevati.

Gero Jung, Chief Economist, Mirabaud Asset Management

Gero Jung, Chief Economist, Mirabaud Asset Management

Non ci sono state sorprese oggi, la Bce ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse e ha inviato un messaggio chiaramente dovish.

È probabile che l'inflazione scenda più significativamente di quanto previsto in precedenza - e che addirittura scenda al di sotto del 2% nel 2026 - mentre la crescita economica sarà probabilmente più debole: secondo le proiezioni aggiornate della Bce, quest’anno il PIL europeo dovrebbe crescere di appena lo 0,6%.

Un punto fondamentale riguarda la tempistica dei tagli dei tassi (sulla quale non abbiamo ancora indizi): probabilmente i primi tagli avverranno a giugno. Tuttavia, con questa riunione la Bce ha aperto la porta ai tagli dei tassi.

Ulrike Kastens, economista europea, DWS

Le decisioni della BCE rimangono dipendenti dai dati. Tuttavia, rispetto alle dichiarazioni rilasciate in occasione dell'ultima riunione della BCE, sono stati compiuti molti passi in avanti nella lotta all'inflazione. Questo si riflette nelle nuove proiezioni sull'inflazione, che suggeriscono il raggiungimento dell'obiettivo di inflazione già nel 2025.

Tuttavia, la BCE ha bisogno di maggiori dati, soprattutto sull'andamento dei salari e dei prezzi dei servizi. È vero che ci sono i primi segnali di una moderazione nell'andamento dei salari, tuttavia, secondo la Presidente della BCE Lagarde, non ci sono ancora dati sufficienti per essere sicuri che l'obiettivo di inflazione possa essere raggiunto nel lungo periodo. Ha quindi sottolineato più volte che è più probabile che ciò avvenga nella riunione di giugno che in quella di aprile.

A nostro avviso, il tasso di riferimento dovrebbe scendere di 25 punti base al 3,75%. È inoltre emerso chiaramente che la dipendenza dai dati rimarrà elevata anche durante la normalizzazione della politica monetaria. Prevediamo ancora che la BCE abbasserà i tassi di riferimento solo gradualmente, in tre fasi, per un totale di 75 punti base quest'anno.

David Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager, Columbia Threadneedle Investments

David Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager, Columbia Threadneedle Investments

Sebbene nelle dichiarazioni di oggi la BCE abbia confermato l'attuale livello dei tassi, il miglioramento delle previsioni sull'inflazione core e i segnali abbastanza evidenti della Presidente Lagarde durante la conferenza stampa, hanno rafforzato le aspettative del mercato secondo cui il primo taglio avverrà all’inizio di giugno.

Inoltre, aver riconosciuto esplicitamente la presenza di pressioni ancora elevate sui prezzi interni, in parte dovute alla forte crescita dei salari, offre alla BCE la possibilità di rinviare la decisione di allentare la politica monetaria restrittiva a partire dalla riunione di aprile, senza però escluderla del tutto.

Con le prospettive di crescita ridimensionate nel breve termine e l'inflazione core al livello target nel medio termine, i circa 100 punti base di tagli attualmente prezzati entro la fine dell'anno risulteranno insufficienti se i dati dei salari dei prossimi mesi dovessero riservare sorprese al ribasso.

Richard Flax, Chief Investment Officer, Moneyfarm

Richard Flax, Chief Investment Officer, Moneyfarm

Nonostante il progressivo calo dell'inflazione negli ultimi 18 mesi, le pressioni sui prezzi persistono e inducono la BCE alla cautela: nel corso della riunione di oggi, l’Eurotower ha optato per mantenere i tassi d’interesse di riferimento agli attuali livelli record. Il tasso sui rifinanziamenti principali resta quindi fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%. Senza negare i passi in avanti fatti fino ad oggi, la BCE si mostra quindi riluttante a dichiarare una vittoria prematura contro l’inflazione, come sottolineato anche dal capo economista Philip Lane.

La prossima riunione, in calendario per l’11 aprile, potrebbe fornire nuove indicazioni utili sulle future mosse dei policymaker, con importanti risvolti sui mercati e sulle attese degli investitori. Tuttavia, con un’inflazione ancora oltre i livelli target e una dinamica salariale incerta, la BCE sembra destinata a navigare a vista, mantenendo un approccio prudente alla politica monetaria.

Da notare che per il 2024 la Banca Centrale Europea ha tagliato le previsioni dal 2,7% al 2,3% per l’inflazione complessiva e dal 2,7% al 2,6% per l’inflazione core. Allargando l’orizzonte temporale, poi, nel 2025 prevede un’inflazione media al 2%, in calo all'1,9% nel 2026.

Antonio Cesarano, Chief Global Strategist, Intermonte

La BCE ha presentato le stime aggiornate su Pil ed inflazione, dove emerge, in particolare, la revisione al ribasso dell'inflazione soprattutto per il 2025 (dal 2,1% al 2% per l'inflazione generale) e per il 2026 (da 2,1 al 2% per l'inflazione core).

Sul tema timing ed entità del taglio dei tassi la Lagarde ha dichiarato:

  • Avremo più dati ad aprile ma molti di più a giugno.
  • Le aspettative di mercato (ndr ora stimano 4 tagli per il 2024 con partenza a giugno) stanno convergendo con lo scenario BCE.

Sul tema nuovo framework di politica monetaria (stando alle indiscrezioni dovrebbe contemplare: 1) il passaggio all'utilizzo di un unico tasso che rappresenterebbe il floor delle operazioni di mercato per le operazioni di mercato aperto; 2) possibili novità sul tema riserva obbligatoria/remunerazione riserve in eccesso) la Lagarde ha rinviato il tutto alla presentazione ufficiale del framework il 13 marzo.

Sul tema dinamica salariale: iniziano ad emergere segnali di moderazione grazie anche al fatto che le aziende non stanno riversando gli incrementi sul costo dei prodotti finali, riducendo i profitti.

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