10 APR, 2024
Di Teresa M. Blesa di RankiaPro
Ieri sono stati presentati al Salone del Risparmio i risultati del 5º rapporto Assogestioni-Censis relativo a come investono gli italiani, intitolato 'Risparmiare malgrado tutto: l’invincibile abitudine italiana'. Ecco alcune delle conclusioni più interessanti tratte dalla ricerca:
Il 76,7% degli italiani pratica l'abitudine del risparmio, un comportamento diffuso che coinvolge tutti i gruppi sociali. Questa tendenza è evidente in tutte le regioni del Paese, con il 77,3% dei residenti al Nord-Ovest, il 77,3% al Nord-Est, il 77,2% al Centro e il 75,7% al Sud e nelle Isole.
Tuttavia, varia l'intensità con cui viene creato il risparmio: il 39,3% degli italiani risparmia al massimo il 5% del proprio reddito annuo, il 33,2% tra il 6% e il 15%, il 17,2% tra il 15% e il 20%, e il 10,3% oltre il 20%.
Mentre il 76,7% dei risparmiatori italiani condivide la paura di subire perdite in questa fase degli investimenti, emergono anche sentimenti contrastanti riguardo al proprio risparmio. Secondo i dati forniti, il 38,0% dei risparmiatori è cauto, il 31,6% è preoccupato, il 22,8% si sente sicuro e il 18,0% prova ansia.
In particolare, sembra che i risparmiatori con redditi più bassi siano più preoccupati, con il 40,7% che esprime cautela rispetto al 18,9% dei risparmiatori ad alto reddito.
Oltre il 90% degli italiani segue da vicino gli eventi globali, come guerre e crisi economiche in altri Paesi, con una crescente preoccupazione. La maggior parte di questa attenzione è rivolta alle guerre in corso, dall'Ucraina al Medio Oriente (47,6%), con il timore diffuso dell'espansione dei conflitti. Allo stesso tempo, il cambiamento climatico rappresenta un'altra fonte significativa di preoccupazione, con il 37,5% degli italiani che guarda con apprensione alle sue conseguenze.
Queste paure globali hanno anche un impatto sulle decisioni finanziarie degli italiani. Il 44,2% dei risparmiatori ha dichiarato di aver modificato le proprie decisioni sull'utilizzo dei soldi a causa di notizie su eventi globali come le guerre. In particolare, il 7,0% ha affermato che ciò è avvenuto spesso, mentre il 37,2% ha indicato che è accaduto qualche volta.
Nonostante il panorama finanziario globale, l'incertezza continua a dominare il pensiero dei risparmiatori italiani. Secondo i dati forniti, il 45,7% dei risparmiatori si dichiara incerto riguardo al futuro prossimo dei propri risparmi, mentre il 34,3% si sente pessimista e solo il 20,0% si mostra ottimista.
In un contesto di crisi globali e incertezza diffusa, il 69,6% dei risparmiatori italiani considera preferibile investire in strumenti finanziari italiani. Questa tendenza è particolarmente pronunciata tra coloro con un livello di istruzione inferiore, con l'81,9% dei possessori di licenza media, il 73,8% dei diplomati e il 60,5% dei laureati che si orienta verso investimenti nazionali.
Inoltre, il 48,6% dei risparmiatori sarebbe disposto ad accettare rendimenti minori pur di investire in Italia, evidenziando una forte preferenza per il mercato interno nonostante potenziali sacrifici finanziari.
L'opzione di investire in Italia rappresenta quindi una risposta psicologica rassicurante di fronte alle nuove paure globali, offrendo un senso di familiarità e sicurezza in un ambiente finanziario caratterizzato da cambiamenti rapidi e incertezza diffusa.
Le paure globali, l'incremento dei tassi e il livello del debito pubblico da finanziare stanno alimentando un ritorno significativo dell'attrattività dei titoli pubblici. Questi strumenti finanziari stanno emergendo come una scelta preferita tra i risparmiatori italiani, desiderosi di proteggere e far crescere il proprio patrimonio in un contesto economico e finanziario incerto.
Tra coloro che sono pronti a investire in strumenti finanziari, il 41,3% esprime il desiderio di farlo attraverso l'acquisto di Titoli di Stato. Seguono i Fondi comuni di investimento, con il 37,7% dei risparmiatori interessati, mentre il 28,3% opterebbe per Buoni postali di risparmio. Inoltre, il 26,8% considera le obbligazioni come un'opzione di investimento, mentre il 23,9% guarda alle polizze assicurative.
In un contesto economico in continua evoluzione, il contante sta perdendo terreno come opzione preferita tra i risparmiatori italiani. Secondo i dati forniti, il 45,8% dei risparmiatori opterebbe per strumenti finanziari in questa fase, mentre il 32,4% terrebbe le risorse liquide e il 21,8% investirebbe in immobili.
Questi numeri evidenziano un cambiamento significativo rispetto alla situazione pre-Covid nel febbraio 2020. In quel periodo, il 45,0% degli italiani era propenso a tenere le risorse liquide, indicando una diminuzione del 12,6 punti percentuali nell'arco di quattro anni. Questo cambiamento evidenzia una minore attrattività del contante come forma di risparmio, con il 78,5% dei risparmiatori che ritiene che non sia più una garanzia di sicurezza come in passato.
Un'ampia percentuale degli italiani (46,9%) ha manifestato l'intenzione di investire di più o di avvicinarsi per la prima volta ai prodotti del risparmio gestito. Tuttavia, una quota significativa rimane indecisa (14,4%) o non è interessata a tali strumenti (38,7%).
Ma cosa convincerebbe coloro che si mostrano refrattari ad investire nel risparmio gestito? Il 35,6% indica la possibilità di comprendere meglio di cosa si tratti, mentre il 23,8% desidera la certezza che i prodotti siano in linea con le proprie convinzioni etiche. Il 22,0% cita i costi più bassi per i servizi, il 19,0% è interessato ai consigli e alle spiegazioni di interlocutori di fiducia, e il 18,5% ricerca prodotti più attraenti e convincenti.
Anche i consulenti finanziari si trovano ad affrontare gli effetti dell'attenzione crescente agli eventi globali, con un significativo 83,2% che ha registrato richieste da parte dei propri clienti di modificare decisioni finanziarie a causa di notizie su eventi globali come guerre e crisi internazionali.
Nonostante le incertezze riguardo al futuro dell'economia italiana, con il 45,0% dei consulenti finanziari che si dichiara incerto, emergono anche sentimenti positivi. Il 43,4% si mostra ottimista, mentre solo l'11,6% è pessimista.
La maggior parte dei consulenti finanziari (67,1%) esprime ottimismo riguardo al futuro prossimo dei risparmi e degli investimenti degli italiani. Inoltre, un'ampia percentuale (89,1%) è fiduciosa nella capacità della consulenza finanziaria di fornire un supporto adeguato ai risparmiatori in questa fase.