Spazio pubblicitario
Il debito dei mercati emergenti può continuare a registrare rendimenti interessanti?
Investimento nei mercati Emergenti

Il debito dei mercati emergenti può continuare a registrare rendimenti interessanti?

featured
Convidivi
LinkedInLinkedIn
TwitterTwitter
MailMail
Una persona che tiene il mondo tra le mani.

AUTORE: Jason Simpson, Senior Fixed Income Strategist di SPDR ETFs

Il debito in valuta locale dei mercati emergenti è riuscito a dare la spinta necessaria ai rendimenti del reddito fisso nel 2023. Mentre i Treasury statunitensi e le strategie aggregate globali hanno registrato un rendimento di circa il 2%, l’indice Bloomberg Emerging Markets Local Currency Liquid Government Bond ha ottenuto un rendimento del 6,7% da inizio anno.

Tra i fattori determinanti troviamo un rendimento del 10% o superiore da parte di oltre la metà dei 18 paesi inclusi nell’indice e, soprattutto, rendimenti del 20% circa registrati da Brasile e Messico, ognuno dei quali ha un peso pari a circa il 10% all’interno dell’indice.

Dopo un primo semestre solido, ecco le tre aree da tenere sotto controllo per la seconda metà dell’anno

Alla luce del buon primo semestre registrato dal debito in valuta locale dei mercati emergenti, gli investitori si chiedono se la seconda metà dell’anno si rivelerà altrettanto positiva. Sicuramente ci aspettiamo che alcuni dei temi principali che hanno caratterizzato il primo semestre possano continuare a svilupparsi e per la restante parte dell’anno, gli investitori devono tenere in considerazione tre aree:

  • I rendimenti delle cedole hanno rappresentato una fonte di rendimento determinante nel primo semestre del 2023, per un totale del 2,3% dell’indice Bloomberg Emerging Markets Local Currency Liquid Government Bond. Tale rendimento dovrebbe continuare ad aumentare.
  • Da inizio anno ad oggi i rendimenti sui prezzi si sono attestati al 2.4% e il mercato continua ad attendere che le banche centrali di alcuni mercati emergenti inizino a ridurre i tassi di interesse. Pechino ha tagliato i tassi di finanziamento loan prime rate (LPR) ma sembra essere in una fase del ciclo differente rispetto a gran parte del resto dell'universo dei mercati emergenti. Come abbiamo già affermato nei pezzi precedenti, potrebbe esserci un certo grado di esitazione nel volver avviare una politica accomodante prima che la Federal Reserve dichiari apertamente di aver concluso il proprio ciclo di inasprimento monetario. Dal momento che si stima che ciò avverrà a breve, potrebbe crearsi la possibilità di un allentamento monetario.
  • I rendimenti valutari sono pari al 2% su base annua. Non ci sono mai garanzie sulla direzione che prenderà il dollaro, data la sua sensibilità come indicatore geopolitico e come principale mezzo di scambio a livello mondiale. Tuttavia, come si legge nel Midyear Global Market Outlook, le prospettive a lungo termine indicano un’ulteriore debolezza, anche se i fattori a breve termine potrebbero fornire supporto alle valutazioni. L’indicatore di fair value a lungo termine di State Street Global Advisors segnala che il dollaro è ancora sopravvalutato dell’11,1% rispetto al paniere di valute che compongono il Bloomberg Emerging Markets Local Currency Liquid Government Bond Index.

Questi tre potenziali driver di rendimento sembrano quindi destinati a essere favorevoli nei prossimi trimestri. La divergenza di performance rispetto ai Treasury può costituire un ulteriore motivo per includere l’esposizione ai mercati emergenti nei portafogli obbligazionari. Se nella fase finale del 2022 le correlazioni delle variazioni dei rendimenti dell’indice Bloomberg Emerging Markets Local Currency Liquid Government Bond con l’indice Bloomberg US Treasury erano elevate (quasi tutti i mercati obbligazionari hanno perso terreno nel 2022, con un punto di inflessione registrato a ottobre, dopo il quale si è verificato un rimbalzo generalizzato), nel corso del 2023 si sono ridotte notevolmente. Questo calo lascia intendere che il beneficio di diversificazione offerto delle obbligazioni dei mercati emergenti stanno tornando.

Indubbiamente il quadro dei mercati emergenti continua a presentare delle sfide. Infatti, 5 dei 18 paesi inclusi nell’indice Bloomberg Emerging Markets Local Currency Liquid Government Bond hanno registrato rendimenti negativi da inizio anno, soprattutto a causa del deprezzamento della valuta rispetto al dollaro. Tuttavia, a parte il Sudafrica e ovviamente la Turchia, i rendimenti negativi sono stati relativamente contenuti. Inoltre, la Turchia, uno dei principali detrattori di performance quest’anno, sembra essere almeno stabile. Con un nuovo team alla guida del sistema economico, le obbligazioni hanno registrato un’impennata, anche se la lira rimane debole.

È probabile che persistano dubbi relativi alla crescita globale ma, essendo partite in vantaggio nella lotta all’inflazione aumentando i tassi in anticipo, le banche centrali dei mercati emergenti sono meglio posizionate per rispondere all’indebolimento della crescita riducendo i tassi. Qualora si verificasse il tanto atteso picco dei tassi statunitensi, le banche centrali dei mercati emergenti potrebbero avere maggiore fiducia nel fatto che un eventuale allentamento della politica monetaria non innescherà bruschi deprezzamenti delle rispettive valute.

Spazio pubblicitario