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Riunione BCE maggio 2023: i tassi saliranno ancora?
Prospettive di mercato

Riunione BCE maggio 2023: i tassi saliranno ancora?

Ecco cosa pensano gli esperti riguardo alla prossima riunione della Banca Centrale Europea: saliranno ancora i tassi d’interesse?
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4 MAG, 2023

Di Teresa M. Blesa di RankiaPro

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Domani, giovedì 4 maggio, si terrà la riunione della Banca Centrale Europea. Un incontro in cui il mercato si aspetta che Christine Lagarde, presidente della BCE, aumenti i tassi di interesse di 25 punti base; anche se le società di gestione del fondo mettono particolarmente l'accento su quale sarà il percorso del banco centrale per le prossime riunioni. Di seguito, ti forniamo le prospettive che le società di gestione internazionali hanno prima di tale incontro.

Katharine Neiss, chief European economist, PGIM Fixed Income

Abbiamo ricevuto una serie di dati relativi all'area Euro che ci fanno propendere per un rialzo dei tassi di 25 pb per la riunione di domani. La scorsa settimana il PIL dell'area Euro ha registrato un tiepido 0,1%, sostanzialmente in linea con il consenso. Ieri abbiamo ricevuto i risultati dell'indagine sul credito bancario del primo trimestre, che mostrano i segni del doppio impatto di una politica monetaria più restrittiva sulla domanda di credito e parimenti in termini di diffusione delle fragilità del settore bancario statunitense sull'offerta di credito. Alcuni numeri dell'indagine destano attenzione.

Ad esempio, la domanda netta di prestiti chiesti dalle imprese è scesa più del previsto e come mai prima d'ora dalla crisi finanziaria globale. Infine, la giornata di ieri non ha riservato sorprese sul fronte dell'inflazione. Come previsto, i dati di aprile hanno mostrato un andamento dell’inflazione pressoché laterale. L'inflazione core è rimasta sostanzialmente invariata, anche se si tratta di un miglioramento rispetto alla precedente tendenza al rialzo. L'aspetto forse più significativo è che l'inflazione alimentare ha iniziato a ridursi, segno che l'effetto indiretto dell'aumento dei prezzi dell'energia sta iniziando a diminuire. L'inflazione core potrebbe presto seguirla.

Tutto ciò depone maggiormente a favore della nostra previsione di un rialzo di 25 pb nella riunione della BCE. Il mercato si era spinto più verso 50 pb e un tasso terminale del 3,75%, dopo che alcuni membri del Consiglio direttivo della BCE avevano chiesto un altro rialzo di 50 pb. Ma questi dati ci suggeriscono che sia più probabile che la BCE ripieghi da un rialzo di 50 pb a uno di 25 pb, anche per adottare un approccio più cauto di fronte alle persistenti fragilità del settore bancario statunitense.

Per soddisfare i membri più falchi del Consiglio direttivo della BCE, ci aspettiamo l’annuncio di un aumento del ritmo di riduzione del bilancio nella seconda metà di quest'anno. Il reinvestimento flessibile del PEPP (Programma di acquisto per l’emergenza pandemica) dovrebbe rimanere in vigore, con il TPI come misura di sicurezza, per contribuire a porre un limite agli spread italiani.

Karsten Junius, Chief Economist, Banca J. Safra Sarasin

Negli ultimi mesi le notizie provenienti dall'area Euro sono state decisamente positive. I timori di un inizio di recessione, di un aumento della disoccupazione o di congelare al freddo in casa sono ormai acqua passata. Il tasso di disoccupazione rimane al 6,6% - un minimo pluridecennale - e i posti di lavoro vacanti rimangono elevati, anche se ultimamente sono leggermente diminuiti.

Due motivi sono alla base dell'attuale evoluzione: il primo, il calo dei prezzi dell'energia che ha migliorato notevolmente le condizioni di scambio e quindi anche il potere d'acquisto delle famiglie. In secondo luogo, meno strozzature nella produzione e nel commercio hanno contribuito a ridurre l'inflazione dei prezzi di produzione.

Sembra esserci ancora una domanda repressa di servizi, mentre la domanda di beni manifatturieri è in calo come nella maggior parte degli altri Paesi. Finora la produzione manifatturiera ha continuato a reggere, forse come risultato delle strozzature del passato, ma gli ordini stanno chiaramente diminuendo e il sentiment generale suggerisce una futura contrazione. Al contrario, la fiducia dei consumatori e dei servizi sono nettamente migliorate negli ultimi mesi, segnalando una solida espansione nei prossimi mesi.

Con il tempo, una politica monetaria restrittiva rallenterà l'economia generale. La crescita della moneta reale è in forte calo da un po' di tempo e il credito erogato sia alle famiglie che alle società non finanziarie è rallentato.

Le ultime notizie sull'inflazione sono state a dir poco contrastanti. Le aspettative di prezzo per i prossimi mesi sono in calo, ma ciò non deve sorprendere, dati il superamento delle strozzature nella produzione e il calo dei prezzi dell'energia. L'aspetto più importante è l'andamento dei salari, che sembrano in forte aumento, rendendo così più probabili tassi di inflazione core più elevati per un periodo di tempo più lungo.

Questa potrebbe non essere una sorpresa in un periodo in cui i mercati del lavoro sono rigidi, i redditi reali sono diminuiti e i margini delle imprese sono elevati. In questo contesto, la BCE avrà bisogno di vedere variazioni mensili dei prezzi più basse prima di rallentare o terminare il ciclo di rialzi dei tassi. Riteniamo che il rapporto di martedì sull'inflazione di aprile sarà determinante per la decisione sui tassi di giovedì. Tassi headline e core superiori alle nostre previsioni del 7,0% e del 5,5% anno su anno dovrebbero portare a un rialzo di 50 pb, mentre tassi inferiori a tali valori deporrebbero a favore di un rialzo di appena 25 pb. In entrambi i casi, ci aspetteremmo un altro rialzo finale di 25 pb a giugno, fino a un livello terminale del 3,5% o del 3,75%. Nella seconda metà dell'anno, ci aspettiamo che la BCE riduca le proprie esposizioni obbligazionarie a un ritmo più sostenuto, invece di aumentare ulteriormente i tassi di riferimento.

Altaf Kassam, Head of Investment Strategy & Research per l'area EMEA, State Street Global Advisors

La nostra aspettativa di base per la riunione della BCE del 4 maggio è di un altro rialzo di 50 punti base.  Continuiamo a vedere una certa, poco confortante, continuità dei dati sull'inflazione, il che significa che un altro aumento di 50 punti base a maggio non è scontato, ma a nostro avviso, è l'esito più probabile.

Tuttavia, date le persistenti preoccupazioni sugli effetti variabili e in ritardo delle azioni intraprese in precedenza dalla Banca Centrale Europea, e il persistere di problematiche nel settore bancario (anche se ancora focalizzate sugli Stati Uniti), questa volta i rischi sono orientati verso il downside e non escluderemmo completamente un aumento più accomodante di 25 punti base.

Il tono dei commenti della BCE è stato più frammentato di recente, con i “falchi” che hanno posto in evidenza la persistenza dell’inflazione, mentre le “colombe” hanno sottolineato l’avvicinarsi ai terminal rate, il che appare certamente in linea con i prezzi di mercato. A nostro avviso, tenendo conto di tutti questi elementi e della forza, in qualche modo sorprendente, dei mercati azionari quest'anno, riteniamo che la BCE potrebbe vedere lo spazio per inasprire un po' di più le condizioni finanziare rispetto a quanto i mercati si aspettino.

Konstantin Veit, Portfolio Manager, PIMCO

Le pressioni di fondo sui prezzi rimangono costanti: l'inflazione core dell'area euro ha raggiunto un nuovo massimo al 5,7% a marzo.

Prevediamo che la Banca Centrale Europea aumenterà i tassi di interesse di 25 punti base nella riunione di maggio e, come a marzo, si asterrà dal comunicare aspettative senza riserve sul futuro andamento dei tassi di interesse.

Anche se la BCE potrebbe rivelare già a maggio il proprio piano di reinvestimento del programma di acquisto di asset (APP) a partire da luglio, pensiamo che questa decisione sarà presa piuttosto a giugno.

Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud AM

Ci aspettiamo che la Bce aumenti i principali tassi di 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 3,25%. Nell'Eurozona e in particolare all'interno della Bce, i falchi si concentreranno sulla crescita ancora in miglioramento, l'inflazione troppo alta e una crescita forte dei salari nominali; mentre i membri più dovish sottolineeranno la debolezza della domanda interna, il rallentamento dell'inflazione e la crescita negativa dei salari reali.

Riteniamo che la Presidente Lagarde darà indicazioni complessivamente neutre per quanto riguarda le decisioni future. A nostro avviso, c'è il rischio che la Bce adotti una politica di rialzi dei tassi meno aggressiva. Osserviamo che, nonostante le indagini PMI diano un’immagine solida delle imprese, la crescita effettiva del PIL nel primo trimestre è stata bassa, con un aumento di appena lo 0,1% rispetto al trimestre precedente. Inoltre, i dati bancari suggeriscono che le banche hanno adottato condizioni di credito più restrittive, il che probabilmente poterà a un’ulteriore rallentamento della crescita economica – un altro argomento a favore di una politica monetaria più prudente.

Tomasz Wieladek, Chief European Economist, T. Rowe Price

A meno che il 2 maggio non vedremo dati sull’inflazione molto forti e risultati positivi sul fronte della Bank Lending Survey, lo scenario più probabile in vista della riunione della Bce della prossima settimana è un rialzo di 25pb con l'indicazione di ulteriori aumenti dei tassi a seguire.

La Bce manterrà comunque un approccio aggressivo rispetto alle altre banche centrali. L'attività nel settore dei servizi nell'area euro continua a rafforzarsi rispetto ai già solidi livelli di crescita. Certo, i dati PMI manifatturieri sono stati più deboli di quanto molti si aspettassero, ma ci sono anche altri elementi che dovrebbero essere presi in considerazione. Ad esempio, ci sono segnali di un allentamento senza precedenti delle catene di approvvigionamento. Sappiamo che il portafoglio ordini del settore manifatturiero è enorme, quindi l'allentamento delle catene di fornitura significa che la produzione industriale può continuare, anche se la domanda di nuovi ordini si riduce. Di conseguenza, l'economia reale sta crescendo in modo robusto e più velocemente di quanto previsto in precedenza.

Un atto di equilibrio

Questi sviluppi hanno importanti conseguenze sull'inflazione. Da un lato, nei prossimi due mesi si assisterà a una disinflazione molto rapida dei beni manufatti. Dall'altro, la carenza di personale nel settore dei servizi manterrà l'inflazione elevata in questo ambito.

Considerando il quadro dell'inflazione e dell'attività reale, il Consiglio direttivo della Bce rimarrà orientato al rialzo per tutta l'estate. Il tasso di deposito potrebbe raggiungere il 3,75% o oltre.

Le implicazioni per i Paesi europei

Il vecchio divario nord/sud all’interno dello Spazio economico europeo è tornato in auge. L'inflazione è più alta e gli effetti secondari trasmessi attraverso i salari sono molto più evidenti nei Paesi che attribuiscono un peso maggiore all'inflazione. Per citarne alcuni, Germania, Austria, Paesi Bassi e Paesi baltici.

D'altra parte, l'attività nel settore dei servizi è molto più forte nei Paesi che danno maggior peso alla produzione nella politica monetaria, come l'Italia o la Spagna.

I dati continuano quindi a sostenere le preferenze individuali dei singoli Paesi, rendendo il consenso su un percorso di politica monetaria da falco sostenibile fino alla seconda metà di quest'anno.

Un accordo con i falchi

Sebbene i membri più falchi del Consiglio direttivo chiedano un rialzo di 50pb, ritengo che ci siano buone possibilità che moderino le loro richieste se verrà data indicazione di un quantitative tightening. Ad esempio, una forward guidance che preveda una sequenza di rialzi di 25pb e un'indicazione o un annuncio che il reinvestimento del programma di acquisto di asset si fermerà dopo giugno.

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