Spazio pubblicitario
Cosa aspettarsi dalla BCE nella sua prima riunione dell’anno?
Prospettive di mercato

Cosa aspettarsi dalla BCE nella sua prima riunione dell’anno?

Le società di gestione dei fondi si aspettano che la Banca Centrale Europea continui a insistere sulla dipendenza dai dati.
Imagen del autor

24 GEN, 2024

Di Teresa M. Blesa di RankiaPro

featured
Convidivi
LinkedInLinkedIn
TwitterTwitter
MailMail

Giovedì 25 gennaio si terrà la prima riunione della BCE del 2024. Il consenso di mercato prevede che il Consiglio dei Governatori della Banca Centrale Europea mantenga i tassi di interesse invariati, poiché i dati cruciali sulle prestazioni economiche, come la crescita del PIL nel quarto trimestre e il tasso di inflazione a gennaio, non saranno resi noti fino al 30 gennaio e al 1 febbraio, rispettivamente.

Di seguito puoi conoscere l'opinione delle società di gestione di fondi nazionali e internazionali su ciò che si aspettano accada durante la riunione della Banca Centrale Europea di questo giovedì.

Konstantin Veit, Portfolio Manager, PIMCO

Konstantin Veit, Portfolio Manager, PIMCO

Prevediamo che la Banca Centrale Europea (BCE) manterrà invariati i tassi di riferimento nella riunione di gennaio e ribadirà il suo approccio dipendente dai dati. La riunione di marzo, con le nuove proiezioni macroeconomiche dello staff della BCE, fornirà probabilmente ulteriori indicazioni.

La crescita a breve termine dovrebbe essere più debole del previsto. Tuttavia, le previsioni sull'inflazione di dicembre si basavano sul percorso dei tassi di interesse indicato dai dati di mercato al 23 novembre 2023. Questi dati suggerivano una riduzione dei tassi di circa 75 punti base per il 2024. Da allora le condizioni finanziarie si sono notevolmente allentate e le proiezioni aggiornate saranno rese note in occasione della riunione di marzo.

Le previsioni del mercato suggeriscono attualmente circa 140 punti base di tagli dei tassi per quest'anno, a partire da aprile, e un tasso terminale vicino al 2% nel 2025. A causa dell'incertezza sulle prospettive inflazionistiche, dubitiamo che la BCE attuerà tagli dei tassi così presto. È probabile che la BCE continui a monitorare attentamente l'inflazione senza dichiarare prematuramente il proprio successo.

Tomasz Wieladek, Chief European Economist, T. Rowe Price

Tomasz Wieladek, Chief European Economist, T. Rowe Price

Questo giovedì la Bce si riunirà e deciderà la politica monetaria. Mi aspetto che mantenga invariati tutti i parametri di politica monetaria. Ma in termini di comunicazione, è probabile che dica chiaramente che il percorso dei tassi di interesse prezzati dai mercati continui ad essere troppo aggressivo. I mercati monetari prezzano un allentamento in termini di politica monetaria troppo marcato. Già a Davos, i funzionari della Bce hanno tentato di spiegare ai mercati finanziari e al pubblico in generale che i tagli dei tassi arriveranno probabilmente più tardi di quanto attualmente previsto.

Una comunicazione data in modo unanime. Anche i membri più dovish hanno sottolineato chiaramente che le informazioni necessarie per valutare l'opportunità di un taglio dei tassi non saranno disponibili prima della riunione di giugno della Bce. In effetti, i resoconti della riunione di dicembre, resi noti la scorsa settimana, mostrano chiaramente che il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di opporsi in modo unanime a quanto prezzano i mercati. Mi aspetto quindi che la Bce, pur continuando a ribadire la propria dipendenza dai dati, sottolinei con forza che i dati che le permetteranno di valutare se può iniziare a tagliare i tassi non saranno disponibili prima di giugno.

Tutti i tentativi della Bce di opporsi ai prezzi di mercato sono stati finora infruttuosi. I prezzi di mercato prevedono troppi tagli e troppo rapidamente rispetto a quanto piacerebbe alla Bce. Nei resoconti della riunione di dicembre, è stato ripetutamente evidenziato che gli analisti del sondaggio SMA si aspettano tre tagli nel 2024, anziché i 5,5 tagli previsti dai mercati. Il fatto che il Consiglio direttivo abbia fatto riferimento due volte ai tre tagli nei resoconti, suggerisce che questo risultato è il più vicino a quello preferito dal Consiglio direttivo per il 2024. C'è quindi la possibilità che la Bce fornisca indicazioni più specifiche sulla tempistica e sul ritmo dei tagli dei tassi nella riunione di questa settimana, nel tentativo di contrastare ulteriormente i prezzi di mercato e far capire ai mercati che il percorso di politica monetaria già prezzato dai mercati è improbabile.

Affinché il tentativo della Bce di influenzare i prezzi di mercato abbia successo, è necessario che i dati cambino davvero per sostenere la narrativa economica della Bce. Al momento, i mercati sono concentrati sull'idea che l'inflazione spot nell'area Euro stia per scendere al 2% e che la Bce inizierà a tagliare rapidamente i tassi in risposta. Tuttavia, la Bce ha chiaramente affermato che i dati sul mercato del lavoro e sulla crescita dei salari saranno un fattore decisivo per la sua decisione di politica monetaria. I dati sulle contrattazioni salariali per il primo trimestre saranno disponibili solo alla riunione della Bce di giugno. Dato che i mercati si concentrano sui dati a breve termine nella determinazione dei prezzi di politica monetaria, i dati PMI di mercoledì e i dati sull'inflazione di gennaio della prossima settimana saranno fondamentali nel tentativo della Bce di influenzare i prezzi di mercato. Ritengo che i dati PMI probabilmente sorprenderanno i mercati finanziari al rialzo sia a gennaio sia in futuro, dato che l'economia reale è attualmente vicina alla parte inferiore del ciclo. Per quanto riguarda l'inflazione, visto che una serie di sussidi fiscali scadono a gennaio, anche i dati sull'inflazione dell'area euro di gennaio potrebbero sorprendere gli economisti al rialzo. Nel complesso, i cambiamenti nei dati potrebbero presto sostenere la narrativa della Bce e, quindi, i mercati potrebbero rivalutare le loro aspettative di allentamento della politica monetaria.

Katharine Neiss, chief European economist, PGIM Fixed Income

Katharine Neiss, chief European economist di PGIM Fixed Income

Nonostante i chiari segnali di indebolimento dell'area dell'euro e il ritorno dell'inflazione verso l'obiettivo, ci aspettiamo che la BCE mantenga i tassi invariati al prossimo meeting e che la prospettiva di tagli sia ancora lontana.  Il nostro ragionamento deriva dai commenti della BCE, che suggeriscono che il Consiglio direttivo vorrebbe vedere un allentamento di una serie di fattori che influenzano la pressione inflazionistica interna sottostante.  Ciò include non solo l'inflazione core e dei servizi, ma anche i salari e i margini di profitto delle imprese.  Dunque  il secondo trimestre sarebbe il periodo più prossimo per i tagli. In parole povere, i responsabili della politica monetaria vorranno andare con i piedi di piombo ed essere sicuri che il genio dell'inflazione sia stato rimesso saldamente nella bottiglia.

Oltre ad essere "dipendente dai dati", la BCE ha dichiarato che gli aumenti dei tassi d'interesse nell'ultima parte del 2023 rappresentano un'assicurazione contro la possibilità di ulteriori shock dei prezzi dei generi alimentari e dell'energia e contro la prospettiva di un disancoraggio delle aspettative d'inflazione.  Sebbene i prezzi dei generi alimentari e dell'energia siano recentemente diminuiti e le riserve di energia in Europa rimangano elevate, l'escalation delle tensioni in Medio Oriente suggerisce che potrebbe essere troppo presto per abbandonare questa assicurazione.  La nostra ipotesi di base è quindi che la BCE tagli i tassi in estate, lasciando i tassi più vicini al 3% entro la fine dell'anno.

Detto questo, il rapido deterioramento dell'attività alla fine dello scorso anno ha aumentato il rischio che la BCE possa avere adottato una politica eccessivamente restrittiva nel 2023.  L'inflazione a breve termine ha registrato una chiara tendenza al ribasso sia per l'inflazione core che per quella dei servizi, ed è ora pari o inferiore al livello coerente con l'obiettivo del 2%.  In un simile contesto, un'azione più tardiva anziché tempestiva aggraverebbe la pressione al ribasso sull'inflazione, rischiando di tornare al periodo pre-pandemico di inflazione cronica al di sotto dell'obiettivo nella zona.   In questo caso, potremmo vedere la BCE rimuovere l'assicurazione prima piuttosto che dopo, e tagliare i tassi in modo più aggressivo rispetto al nostro scenario di base.

Shaan Raithatha, Senior Investment Strategist, Vanguard

Vanguard

La scorsa settimana, in occasione del World Economic Forum 2024 di Davos, molti membri del Consiglio della Bce, tra cui la Presidente Lagarde, hanno respinto la previsione dei mercati di un taglio dei tassi a inizio aprile. Ci aspettiamo che un simile messaggio sia adottato nella riunione di politica monetaria della Bce di giovedì.

Il vertice del Consiglio direttivo è stato coerente nel segnalare che la Bce ha bisogno di più dati per essere certa che la recente pressione disinflazionistica possa essere duratura. In particolare, sotto esame saranno le pressioni sottostanti ai prezzi per l'intero primo trimestre, l'impatto sulla domanda della fine delle misure legate alla crisi energetica e i dati sui salari, alcuni dei quali saranno disponibili solo in "tarda primavera".

Per questo motivo, la Bce si sta allineando sull’iniziare i tagli dei tassi in estate (giugno o luglio). In parte, sospettiamo che ciò avvenga per contrastare il significativo allentamento delle condizioni finanziarie degli ultimi due mesi. La Presidente Lagarde ha dichiarato che è probabile un allentamento in "estate", mentre il capo economista della Bce Lane, solitamente dovish, ha affermato di attendere con ansia i nuovi dati sui salari, alcuni dei quali saranno disponibili solo a giugno, prima di prendere una decisione. E anche il presidente della Bundesbank Nagel, solitamente hawkish, ha suggerito che l'estate potrebbe essere il momento giusto per prendere in considerazione un taglio.

Un taglio in estate ci sembra sensato, in quanto coerente con la funzione di reazione storica della Bce. Accostando le nostre previsioni di base per la crescita del Pil e dell'inflazione core alla policy utilizzata dal modello core "BASE" della Bce, sembrerebbe che il primo taglio dovrebbe avvenire a giugno o luglio, come mostra la linea blu del grafico sottostante. Il limitato deterioramento del mercato del lavoro riscontrato sino ad ora, nonostante la probabile recessione nel secondo semestre del 2023, lascia alla Bce un margine di manovra relativamente graduale. Rimaniamo dell'idea che la Bce effettuerà tagli dei tassi nella misura di 75 pb nel 2024, a partire da giugno o luglio.

Detto questo, i rischi sono legati a tagli dei tassi più rapidi e significativi nel corso dell’anno. Soprattutto se i dati sui salari e sull'inflazione dei prossimi mesi si riveleranno positivi e/o se il mercato del lavoro inizierà a cambiare direzione in modo significativo.

Immagine che contiene testo, linea, Diagramma, diagramma

Descrizione generata automaticamente

Franck Dixmier, Global CIO Fixed Income, Allianz Global Investors

Franck Dixmier, Global CIO Fixed Incom, Allianz Global Investors 

Alla fine del 2023, la percezione del mercato secondo cui la Federal Reserve degli Stati Uniti e la Banca Centrale Europea (BCE) avevano terminato l'aumento dei tassi ha alimentato un rally dei bond, poiché gli investitori diventavano sempre più fiduciosi nell'imminente riduzione dei tassi delle banche centrali. Al culmine di tali aspettative, alla fine di dicembre, il mercato stimava che la BCE avrebbe effettuato poco più di sette tagli, ciascuno di 25 punti base (pb), nel 2024, con gli investitori che attribuivano una probabilità del 72% al primo taglio a marzo 2024.1

Da allora, diversi membri della BCE hanno sostenuto un calendario più lungo di tagli dei tassi rispetto a quanto previsto dagli investitori. Questi membri vanno dai membri più falchi del Consiglio Direttivo, come i membri del consiglio Robert Holzmann e Joachim Nagel, all'economista capo più moderato Philip Lane. Questi avvertimenti ripetuti hanno contribuito a moderare le aspettative del mercato. Tuttavia, tali aspettative rimangono ancora elevate: il 19 gennaio, il mercato prevedeva quasi sei tagli dei tassi, con una probabilità dell'80% del primo taglio a aprile.2

Ci aspettiamo che la riunione di politica monetaria di giovedì confermi la posizione cauta della BCE. La BCE dovrebbe ribadire che avvierà un ciclo di tagli dei tassi solo quando sarà completamente sicura che l'inflazione tornerà al suo obiettivo di stabilità dei prezzi del 2% su base sostenibile.

Ma non siamo ancora arrivati là:

  • Dopo aver toccato un minimo del +2,4% su base annua alla fine di novembre, i prezzi al consumo sono aumentati del +2,9% a dicembre.
  • L'inflazione di base era ancora in aumento del 3,4% su base annua a dicembre.3

E rimangono rischi al rialzo:

  • Aumenti salariali sono ancora possibili quest'anno, dopo un aumento superiore al 5% nel 2023 nella zona euro.
  • Tensioni geopolitiche, in particolare nel Mar Rosso, e i costi aggiuntivi derivanti dagli ostacoli al traffico marittimo.

La consapevolezza che la BCE sta adottando una posizione molto cauta dovrebbe alimentare la correzione in corso nei rendimenti dei bond, anche se il potenziale al rialzo per i rendimenti a lungo termine rimane limitato, considerando l'ampia appetibilità degli investitori per i bond. L'interesse degli investitori per i bond si manifesta nella considerevole domanda per le emissioni primarie all'inizio dell'anno. Dopo aver ridotto la nostra esposizione alla durata durante il rally di dicembre per tornare a una posizione neutrale sui tassi euro, stiamo sfruttando qualsiasi debolezza del mercato per aumentare la durata.

Spazio pubblicitario