6 NOV, 2023
Di Teresa M. Blesa di RankiaPro
Nell’arena degli investimenti, una filosofia che ha dimostrato la sua resilienza nel corso del tempo è il Value Investing. Abbiamo avuto il piacere di intervistare Gianmaria Panini, Managing Director del Italian Desk di Genève Invest, per approfondire come questa società applichi con successo questa tecnica nella propria strategia di investimento.
In Genève Invest, svolgiamo un’analisi a 360° delle società. Valutiamo le singole voci di bilancio, il vantaggio competitivo e il posizionamento strategico di un’azienda. Questi parametri devono dimostrare che la società sia solida, resiliente e che abbia prospettive per il futuro migliori rispetto ai competitor. L’approccio Value Investing è per definizione focalizzato sul valore intrinseco della società e non sulle fluttuazioni di prezzo, l’obiettivo in questo senso è trarre vantaggio dalla volatilità di mercato anziché subirne le conseguenze negative. Inevitabilmente tale approccio richiede un allineamento con gli obiettivi e le esigenze di ogni singolo cliente, da qui l’importanza di adottare un approccio di investimento personalizzato e individuale.
Il peso di questi eventi è ridotto in quanto riteniamo che, anche con uno scenario economico di modeste prospettive, le società che selezioniamo potranno essere resilienti, ad esempio, trasferendo a valle gli aumenti di prezzo derivanti dalla spirale inflazionistica degli ultimi anni. Gran parte degli eventi e notizie che accadono quotidianamente sono spesso “rumore di sottofondo” che distoglie l’attenzione dagli aspetti davvero rilevanti che riguardano una società.
Selezioniamo soltanto società che riteniamo essere momentaneamente sottovalutate dal mercato ma che al contempo presentino voci di bilancio in crescita. I principali indicatori che analizziamo sono l’EBITDA, l’EBITDA Margin, il Free Cash Flow e i ricavi; in aggiunta monitoriamo anche P/E ed EV/EBITDA per capire se la società risulta sopra/sottovalutata rispetto ai competitor.
Tra gli indicatori più significativi per valutare il potenziale di crescita a lungo termine di un’azienda indichiamo il ROIC (Return On Invested Capital), che misura il ritorno che l’azienda genera sul capitale investito. Il ROIC è calcolato dividendo l’utile operativo netto dopo le imposte per il capitale investito (che comprende il debito e il patrimonio netto). Un ROIC elevato indica che l’azienda è in grado di creare valore per gli azionisti, investendo in progetti redditizi e gestendo in modo efficiente le sue risorse. Un ROIC basso, invece, suggerisce che l’azienda ha difficoltà a generare profitti e a crescere nel lungo periodo. Un approccio orientato al Value Investing cerca quindi di individuare le aziende che hanno un ROIC elevato e stabile nel tempo, e che sono scambiate a un prezzo inferiore al loro valore intrinseco, determinato tramite la stima dei flussi di cassa futuri scontati.
Per le società consolidate ci concentriamo sull’analisi fondamentale. Esaminiamo i bilanci, i flussi di cassa, i profitti, i ricavi e altri dati finanziari per valutare la solidità finanziaria dell’azienda. Invece per le startup valutiamo in primis le prospettive, le metriche di crescita, lo sviluppo di prodotti e la possibilità di adozione degli stessi sul mercato e il potenziale di scalabilità del business. Per queste ultime, inoltre, implementiamo criteri di valutazione calcolati con un margine di sicurezza più ampio rispetto a quello utilizzato per società più stabili. Questa scelta consente di gestire la maggiore volatilità tipica di un investimento in players non ancora consolidati.
L’innovazione è un driver fondamentale affinché la società abbia e ambisca a svilupparsi ed evolversi in prospettiva. Questi fattori possono influenzare la capacità di un’azienda di generare flussi di cassa futuri, di mantenere o aumentare il suo vantaggio competitivo e di adattarsi ai cambiamenti del mercato e delle preferenze dei consumatori. Tuttavia, l’innovazione e la tecnologia non sono gli unici criteri da valutare, ma vanno integrati con altri elementi quali il rapporto qualità-prezzo, la solidità finanziaria, la qualità del management e la sostenibilità ambientale, sociale e di governance.
Riconosciamo che questi criteri stiano guadagnando grande considerazione tra gli investitori e che possano essere indicatori importanti di crescita di lungo periodo della società, ma non sono un criterio di selezione cardine per Genève Invest. Riteniamo infatti che il tema della sostenibilità venga ormai spesso abusato e che possa quindi dare una percezione quantomeno distorta di una società.
La gestione della liquidità negli investimenti richiede di bilanciare due obiettivi: da un lato, mantenere una quota di liquidità sufficiente a coprire le spese impreviste o le opportunità di investimento che si presentano; dall’altro, investire la liquidità in eccesso in attività che offrono un rendimento maggiore rispetto al costo del denaro. Per fare questo, è necessario tenere conto di diversi fattori, come il profilo di rischio, l’orizzonte temporale, gli obiettivi finanziari e le caratteristiche degli investimenti disponibili.
Il monitoraggio costante dei portafogli dei clienti ci permette di rimanere sempre aggiornati sulle singole posizioni detenute ed eventualmente di valutare dell’operatività. Nella fattispecie, nel caso in cui un cliente dovesse essere sovra/sottoesposto su una specifica società, procediamo ad alleggerire/aumentare la posizione cosi da rispettare un percentuale media per esposizione compresa tra il 3 e il 5%.