20 APR, 2023
AUTORE: Simon Henry, Portfolio Manager e Aaron Koh, Investment Strategy Analyst di Wellington Management
Una serie di trend secolari sta incentivando l’innovazione e la disruption all’interno dell’economia globale, creando quelle che, a nostro avviso, sono interessanti opportunità di investimento tematico. Esaminiamo in dettaglio alcuni di questi trend, la ricchezza delle opportunità e i rischi correlati.
Ci concentriamo in particolar modo sul tema dell’istruzione, dove le riforme strutturali e la disruption porteranno a un decennio caratterizzato da investimenti e crescita senza precedenti, mai registrato a seguito del boom del secondo dopoguerra. Il concetto di istruzione comprende un ampio spettro di esperienze di apprendimento, che vanno dalle prime fasi iniziali della vita fino alla crescita in ambito professionale, che abbracciano tutte gli step dello sviluppo del capitale umano, ovvero il valore economico delle competenze e delle conoscenze di una persona.
Le nostre principali considerazioni comprendono:
Nonostante le notizie riportate dai giornali negli ultimi anni, un’università con sede in Cina è riuscita a far crescere in modo significativo il numero di studenti iscritti, beneficiando del maggior apporto delle politiche nazionali per favorire l’accesso all’istruzione universitaria, accompagnato da obiettivi in termini di occupabilità, grazie ai quali l’università mira a incrementare sempre più le percentuali di suoi laureati all’interno del mondo del lavoro.
L’esempio appena riportato è da considerarsi esclusivamente solo a scopo illustrativo e non è da intendersi come una raccomandazione di investimento.
Il panorama del mercato del lavoro sta cambiando — I significativi sviluppi della società, la transizione energetica, l’ascesa della digital economy e l’aumento della domanda di servizi pubblici stanno rivoluzionando la natura del mercato del lavoro. Per stare al passo con questi cambiamenti sono necessari reskilling e upskilling continui. Dal 2015, le competenze richieste dai datori di lavoro hanno subito una variazione del 25%, percentuale che dovrebbe raggiungere il 50% entro il 2025. Nel mondo sviluppato, l’invecchiamento della popolazione comporterà una riduzione della forza lavoro, incentivando le aziende ad implementare le iniziative di aggiornamento dei dipendenti esistenti. Tra gli altri incentivi annoveriamo anche il fatto che l’assunzione di talenti dall’esterno costa molto di più che formare i dipendenti esistenti. Riteniamo che tutti questi aspetti creino un mercato interessante in termini di formazione aziendale e per la crescita professionale.
La tecnologia sta inoltre favorendo progressi nell’automazione che permetteranno ad alcune task lavorative, come ad esempio l’elaborazione dei dati, di essere svolte in tutto o in parte da computer o macchine. Prevediamo che l’adozione dell’IA sarà rapida e avrà un impatto trasformativo su tutti i lavori, considerando il suo potenziale impatto sui lavori non di routine, sia sui ruoli altamente qualificati sia su quelli meno. Il World Economic Forum (WEF) ha inserito nel suo Future of Jobs Report 2020 la previsione dei dirigenti senior, secondo cui, entro il 2025, il capitale umano e macchine divideranno equamente la percentuale di tempo dedicata alle attuali attività lavorative.
Complessivamente, il WEF stima che entro il 2030 avremo bisogno di riqualificare un miliardo di lavoratori. Le politiche incentrate sulla crescita della forza lavoro e il numero sempre maggiore di aziende e governi che destinano fondi alla riqualificazione dei dipendenti testimoniano una crescente consapevolezza del problema.
Il potenziale disruptive del settore “EdTech” - La tecnologia sta cambiando anche il settore dell’istruzione, una trasformazione che è stata accelerata dalla pandemia, in quanto le scuole e le università sono state costrette a condurre il più grande esperimento di didattica a distanza mai visto prima. Questo ha determinato nuovi business model, il consolidamento dei mercati e gli sforzi dei governi per costruire sistemi scolastici più efficaci, agili e resilienti.
Stimiamo un aumento dei modelli didattici misti, suddivisi tra esperienze in presenza e online, e l’adozione di nuovi strumenti digitali. Prevediamo anche un frazionamento della laurea tradizionale, fattore che consentirà a un numero più ampio di studenti di accedere all’esperienza universitaria, sia in presenza che online. A nostro avviso questo trend si sta espandendo al lato informale dell’apprendimento, dove i nuovi modelli di erogazione e le risorse online dovrebbero stimolare un maggiore interesse per l’apprendimento autogestito, come il tutoraggio nel doposcuola o l’istruzione per gli adulti. Queste esperienze di apprendimento saranno favorite da aziende che offrono piattaforme e contenuti di tipo educational dedicati.
Una società statunitense che si occupa di software cloud per la scuola primaria e secondaria offre sistemi informatici per studenti, per l’iscrizione, strumenti di comunicazione scolastica e altri servizi integrati. L’azienda detiene una solida posizione di mercato e le sue soluzioni coinvolgono il 75% degli studenti statunitensi.
Riteniamo che questi trend possano favorire un’ampia gamma di aziende e settori, tra cui:
Come per qualsiasi tema d’investimento, le nostre previsioni sono soggette a rischi, quali l’inadeguatezza della governance all’interno del settore EdTech o il rischio di una stretta governativa sulla redditività dei fornitori di apprendimento, considerato che l’istruzione è un servizio pubblico.
Tuttavia, riteniamo che le opportunità offerte da tale settore, lungo l’intera catena del valore del capitale umano, siano notevoli e che gli investitori orientati sul lungo periodo possano beneficiare della disruption e dei cambiamenti strutturali che si prevede trasformeranno il settore.