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Parliamo con Diego Franzin della boutique Plenisfer Investments SGR
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Parliamo con Diego Franzin della boutique Plenisfer Investments SGR

Parliamo con il co fondatore di Plenisfer su questo proietto che sta suscitando tanto interesse nel settore.
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20 MAR, 2023

Di Teresa M. Blesa di RankiaPro

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Plenisfer Investments SGR S.p.A. è una boutique di investimento dedicata a fondi total return svincolati dal benchmark costruiti attraverso un approccio attivo multi-strategy e multi-asset, finalizzato a raggiungere obiettivi chiari e misurabili. Plenisfer, che ha sede a Milano e uffici a Londra e Dublino, ha avviato il 4 maggio 2020 la gestione del primo fondo su cui il Gruppo Generali ha investito 1 miliardo di Euro.

La società è nata nel maggio 2019 per iniziativa di quattro soci fondatori che lavorano insieme da oltre 20 anni: Giordano Lombardo (CEO e Co-CIO), Mauro Ratto (CO-CIO) Robert Richardson (COO) e Diego Franzin (Head of Portfolio Strategies), con chi abbiamo parlato su questo proietto che sta suscitando tanto interesse nel settore.

Può parlarci del processo di creazione di Plenisfer? Come è nata l'idea? 

Plenisfer è nata da un sogno condiviso con 3 cofondatori dopo oltre 30 anni nell’asset management, 20 dei quali trascorsi insieme: proporre una SGR diversa che cercasse di superare gli steccati della iperspecializzazione del settore per offrire una proposta d’investimento innovativa, in grado di mettere insieme le diverse visioni degli specialisti di questo mondo, integrando visioni macro e micro, con uno scopo: non fare più fondi iperspecializzati che ottimizzano dei piccoli segmenti di mercato, ma cercare di lavorare per obiettivi di rendimento e rischio, con un approccio attivo libero dai vincoli imposti dal benchmark e dall’asset allocation tradizionale. 

La convinzione che guida Plenisfer è che l'era degli easy trends stia per finire. Come mai?

Per 30 anni i mercati, al netto di crisi come quelle del 2000 o del 2008, sono stati complessivamente positivi, sostenuti da un calo ininterrotto dell’inflazione e dei tassi d’interesse. Era un contesto in cui tutte le asset class che si comportavano in modo decorrelato e prevedibile e bastava quindi un buon portafoglio bilanciato per conseguire performance positive. 

Abbiamo dato vita a Plenisfer nella convinzione che quel contesto favorevole, caratterizzato da facili trend di mercato, stesse per finire e servisse quindi un nuovo e diverso approccio alla gestione. Il 2022 ha confermato la tesi alla base della nascita di Plenisfer: inflazione e tassi hanno iniziato a salire e le politiche monetarie espansive sono giunte al termine. Questo scenario inedito ha generato ripercussioni su tutte le asset class che si sono mosse, per la prima volta, nella stessa direzione, cioè perdendo. E dopo un 2022 molto difficile, anche il 2023 si conferma un anno complesso per i mercati: per navigarli, pensiamo serva un diverso approccio alla gestione rispetto a quello adottato negli ultimi 30 anni.

Il vostro paradigma è la gestione attiva. Quali sono le caratteristiche della gestione attiva che, secondo voi, la rendono la soluzione per affrontare le attuali sfide economiche e di mercato? 

Riteniamo che per navigare mercati inediti, oggi si debba tornare alle radici del mestiere, ovvero a una gestione attiva svincolata dalle scelte di allocazione imposte dai benchmark. In questo modo si può includere nei portafogli un'ampia gamma di opportunità diversificate a livello globale, anche non convenzionali. La nostra idea di gestione attiva va però oltre: pensiamo non si debba più allocare per asset class, ma selezionando i singoli ingredienti che si ritengono funzionali al raggiungimento di un certo livello di rendimento e rischio.

In sintesi, oggi la capacità di selezionare singole opportunità è fondamentale, ma non basta: è cruciale esaminarne l’intera struttura di capitale per capire, per esempio, se il maggior potenziale si trova sul fronte dell’equity, del credito o, per esempio, delle materie prime connesse ai trend che la società potrebbe cavalcare.

Come è organizzato il team di Plenisfer? Quale sono le principali aree di lavoro? 

Riuniamo intorno allo stesso tavolo professionisti senior dalle diverse specializzazioni che analizzano insieme, ciascuno con la sua competenza, ogni idea d’investimento. Così abbattiamo i silos tra le specializzazioni e realizziamo il potenziale di una boutique secondo un modello difficile da replicare in organizzazioni di grandi dimensioni dove ogni specialista guarda al suo “silos”. 

Con una prospettiva a 360° su ogni idea di investimento, il Comitato Investimenti prende quindi decisioni collaborative, senza delegarle a singoli gestori di portafoglio, supportato da un team di ricerca che presto verrà ulteriormente ampliato.

Quali sono le principali caratteristiche del vostro processo di investimento? 

Non allochiamo per asset class, ma in funzione delle nostre cinque strategie.  I pesi delle strategie variano in funzione dei cicli di mercato, ma due sono il cuore del portafoglio: “Compounders”, costituita prevalentemente da azioni per la crescita di lungo termine, e “Income”, che sostituendo la componente a reddito fisso di un portafoglio tradizionale, ricerca flussi di reddito investendo in obbligazioni societarie ad alto rendimento, ma anche, per esempio, nell’immobiliare e nell’azionario.

Le altre strategie rispondono a esigenze di diversificazione: quella temporale è affidata a “Macro” che opera su valute, tassi e indici azionari in un’ottica di breve periodo. La diversificazione in termini di decorrelazione rispetto alla direzione dei mercati fa ricorso a due strategie: “Special Situations”, che adotta un approccio bottom-up ed è legata a situazioni idiosincratiche che riguardano singole società, come fusioni e acquisizioni o attività “distressed", ed “Alternative Risk Premia” che investe in metalli preziosi/asset reali, come le infrastrutture quotate, e altri investimenti non correlati come ad esempio la volatilità. Infine, la protezione del portafoglio, caratterizzato dall’uso prudente della leva e da una elevata liquidabilità, è affidata anche all’hedging che punta ad ottimizzarne la convessità permettendoci di beneficiare di rialzi di mercato e contenere le perdite in fasi acute di ribasso. 

Cosa significa per voi il rischio? Come lo misurate? 

Guardando oltre le consuete misurazioni dei parametri di rischio nell’allocazione, per noi il rischio principale è non raggiungere gli obiettivi di rendimento che ci siamo prefissati.

Qual è la politica di comunicazione di Plenisfer con i suoi stakeholders?

Improntata alla trasparenza e all’analisi. Poiché la nostra gestione è particolarmente attiva, aggiorniamo costantemente gli investitori sulle scelte di portafoglio chiarendo su quali aspettative e in funzione di quale view macro e micro abbiamo effettuato le nostre scelte. 

Il vostro primo fondo compirà 3 anni a maggio. Come si è comportato finora?

La nostra è una maratona, non uno sprint: i bilanci veri li faremo alla fine del quinto anno, ma certamente quel che abbiamo fin qui conseguito ci riempie di soddisfazione e il portafoglio si è mostrato efficiente nelle fasi di stress di mercato. 

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