Spazio pubblicitario
Alessandro Greppi, di Zurich Insurance, è il nostro Fund Selector del Mese
Professionisti del settore

Alessandro Greppi, di Zurich Insurance, è il nostro Fund Selector del Mese

“Per affrontare al meglio mercati finanziari ancora focalizzati su temi come inflazione, crisi energetica e recessione ritengo sia opportuno premiare l’esposizione verso le azioni di società di alta qualità con un elevato pricing power o che pagano alti dividendi”, dice Greppi in questa intervista.
Imagen del autor

26 GEN, 2023

Di Teresa M. Blesa di RankiaPro

Convidivi
LinkedInLinkedIn
TwitterTwitter
MailMail

Alessandro Greppi è Unit Linked portfolio manager presso Zurich Insurance e si occupa dello sviluppo di modelli di asset allocation tattica, di modelli basati sull'intelligenza artificiale per la selezione di ETF e fondi comuni, di prodotti ESG e di analisi tecnica cross asset.

Greppi è, inoltre, membro del Consiglio di amministrazione dell'IFTA (International Federation of Technical Analysts) e della SIAT (Società Italiana di Analisi Tecnica) ed è ex membro del Comitato scientifico della SIAT (2019-2022). Dal 2019 è docente al Master in Analisi Tecnica dei Mercati Finanziari tenuto dalla SIAT (modulo Data Science) su statistiche finanziarie, machine learning, big data, analisi di portafoglio e sentiment analysis dei social network con R.

Questo gennaio, Greppi é il nostro Fund Selector del Mese.

Potresti parlarci del processo di selezione fondi di Zurich Insurance?

L’approccio di Zurich Insurance per la selezione dei fondi si appoggia su una serie di elementi. Il primo riguarda l’analisi qualitativa-finanziaria in cui si valuta sia la solidità della strategia che della casa di gestione. Quindi, in aggiunta alle logiche che guidano le scelte di allocazione, si tiene anche conto delle competenze su una determinata area o settore e della dimensione del team di ricerca e analisi. 

Non meno importante è la valutazione di un fondo da una prospettiva quantitativa-finanziaria, con l’obiettivo di individuare lo strumento con le caratteristiche migliori all’interno di un peer group osservando le metriche di rischio e rendimento. Infine, nel caso in cui sia necessaria una valutazione ESG su un particolare fondo, ci avvaliamo del supporto di provider esterni che mettono a disposizione i loro rating. 

Quante sono le persone nel tuo team e come è organizzato?

Il team Unit Linked di Zurich Investments Life è composto da 4 persone, di cui un responsabile che si dedica principalmente alla definizione della strategia del team e allo sviluppo prodotti, mentre io mi occupo della gestione dei portafogli partendo dall’asset allocation fino alla fund selection. Le attività sono supportate da altri due specialisti che si occupano delle attività operative e che mi assistono nel processo di costruzione dei portafogli e selezione fondi. 

Quali parti del tuo lavoro trovi più impegnative? E quali sono le parti più interessanti? 

Una delle parti più impegnative del mio lavoro consiste nel capire se la performance storica di un fondo sarà ripetibile in futuro. Risulta quindi cruciale comprendere il processo di investimento, come è composto un portafoglio e come viene gestito il rischio. Una accurata valutazione di questi aspetti consente di comprendere in quali circostanze uno strumento potrà incontrare maggiori difficoltà e quanto gli investimenti sottostanti espongono a rischi idiosincratici o asimmetrici. 

Infatti, quando si seleziona un fondo può esserci la tentazione di preferire lo strumento che semplicemente ha offerto la migliore sovraperformance all’interno del rispettivo peer group ma occorre considerare che raramente i gestori si confermano per più anni consecutivi. Invece, uno degli aspetti che secondo me premia maggiormente durante la fase di selezione riguarda la valutazione delle capacità di un gestore attraverso le fasi di mercato più sfidanti poiché nei momenti di maggiore turbolenza aumentano le probabilità che eventuali lacune nel processo di investimento o nella gestione del rischio vengano a galla.

Per quanto riguarda la parte più interessante della fund selection, mi piace osservare la capacità di alcuni gestori di individuare e selezionare prima di altri le aziende che guideranno i trend del futuro. In questo modo, una semplice analisi dei sottostanti di un fondo permette di cogliere nuove prospettive sia sull’economia che sul mondo che verrà. 

Quali sono i processi per identificare un buon gestore di fondi? Quali sono le differenze tra un buon manager e uno meno bravo?

Il processo di selezione di un buon gestore di fondi non passa solo dall’analisi del track record ma anche e soprattutto dalla filosofia di investimento sottostante. 

Infatti, secondo me un gestore di talento è in grado di adattare e cambiare la propria strategia in base al contesto economico e alla disponibilità di nuove asset class. In aggiunta, il buon gestore è quello che riesce a distinguersi dagli altri nei momenti più difficili in cui sono necessarie capacità di analisi non comuni per generare performance. Risulta quindi cruciale per un asset manager riuscire ad attrarre e trattenere talenti che gli permettano di costruire un vantaggio competitivo rispetto ad altre realtà e al tempo stesso di gettare le basi per un futuro di performance brillanti. 

Per quanto riguarda le differenze tra un buon manager e uno meno bravo, cercherò di dare una risposta il più generalizzabile possibile anche se poi nel momento della scelta è necessario fare una valutazione che tenga conto del tipo di fondo in cui stiamo per investire. 

La prima considerazione riguarda il turnover del portafoglio. Un turnover contenuto, nell’ordine del 30% circa, indica una strategia considerabile “buy and hold”. Più la percentuale sale, maggiore è l’attività di trading fatta su quel portafoglio. Una rotazione delle posizioni eccessiva e fine a sé stessa rischia quindi di fare lievitare le commissioni di gestione e di impattare negativamente sui rendimenti.

Un altro aspetto che può permetterci di distinguere tra un buon manager e uno meno bravo riguarda il numero di posizioni in portafoglio. È verosimile che il miglior gestore non abbia esposizione verso titoli su cui non ha un’opinione positiva. Un fondo ragionevolmente concentrato suggerisce che il gestore sta esprimendo il suo punto di vista con convinzione. Al contrario, uno strumento in cui il numero di posizioni è superiore a quello che garantirebbe una buona diversificazione indica una mancanza di idee forti da parte del fund manager. 

L’ultimo aspetto che ci può permettere di fare distinzioni tra gestori riguarda il tracking error rispetto al benchmark del fondo. Un tracking error eccessivamente basso può indicare che un manager sta semplicemente replicando un indice, offrendo rendimenti da ETF al costo di una gestione attiva. Un tracking error elevato non è garanzia di sovraperformance ma è semplicemente testimonianza della ricerca attiva di alpha da parte del gestore attraverso un posizionamento che diverge da quello del benchmark. 

Come stai affrontando l’attuale inflazione e la volatilità sui mercati? 

In questa fase, la sfida principale consiste nello stimare il trend dell’inflazione e quanto questa risulterà persistente nel tempo. La difficoltà nel fare valutazioni è attribuibile al fatto che questo shock è il risultato di una serie di eventi iniziati con la riapertura post-pandemica e successivamente amplificati da politiche monetarie mantenute eccessivamente accomodanti per troppo tempo e dalla crisi energetica. 

Come conseguenza, l’impatto su economia e mercati di questi eventi ha ridotto l’importanza delle performance passate nel processo di selezione fondi poiché lo scenario attuale è molto diverso da quello pre-pandemico. In questo contesto, un’ampia diversificazione e un posizionamento bilanciato possono rappresentare il mix ideale per gestire l’incertezza anche se nel 2022 l’aumento della correlazione tra azioni e obbligazioni ha messo in discussione il ruolo di fonte di diversificazione del fixed income. 

Per affrontare al meglio mercati finanziari ancora focalizzati su temi come inflazione, crisi energetica e recessione ritengo sia opportuno premiare l’esposizione verso le azioni di società di alta qualità con un elevato pricing power o che pagano alti dividendi. Per quanto riguarda l’obbligazionario, guardiamo invece con interesse al tratto di curva con scadenza a 5 anni poiché offre rendimenti attraenti senza prendere rischi di duration non adeguatamente remunerati dal mercato.   

Quali sono i settori e i trend che secondo te avranno una performance migliore nella prima metà del 2023?

Sono dell’idea che almeno il primo trimestre 2023 potrebbe essere ancora di transizione, poiché molti dei temi che ci hanno accompagnato nel corso di un 2022 caratterizzato dalla volatilità devono ancora essere risolti. L’azionario potrebbe beneficiare di eventuali messaggi più dovish da parte delle banche centrali ma l’impatto sugli utili che potrebbe avere una sempre più probabile recessione invita alla ponderazione del rischio in portafoglio. 

In questo contesto, penso che le azioni ad alto dividendo, in grado di generare elevati livelli di cash flow, possano essere meno soggette alla volatilità durante un periodo di rallentamento dell’economia su scala globale. Invece, potrebbe non essere ancora il momento per i settori più growth qualora i tassi si stabilizzassero su livelli decisamente più elevati di quelli a cui siamo stati abituati nell’ultima decade. 

Nonostante le turbolenze che hanno caratterizzato anche l’obbligazionario nel corso del 2022, sono dell’opinione che ci stiamo avvicinando quantomeno ad una pausa del ciclo di rialzi da parte della FED. È meno chiaro cosa farà la BCE, decisamente più indietro rispetto gli Stati Uniti nel ciclo di rialzi dei tassi. 

Questo scenario ci consente di iniziare ad aggiungere gradualmente duration nei portafogli, con una preferenza per il tratto di curva a 5 anni. Ritengo comunque prematuro in questa fase di prendere esposizione verso scadenze più lunghe vista la profonda inversione delle curve dei rendimenti. 

Per quanto riguarda il credito, riteniamo che per limitare l’impatto di un possibile allargamento degli spread sia preferibile concentrarsi nella prima metà del 2023 sull’ investment grade. 

Cosa ti piace fare quando non lavori?

Sono un avido lettore. Nel tempo libero adoro leggere libri di ogni tipo anche se ultimamente mi sto concentrando soprattutto su temi relativi all’innovazione e alla geopolitica. Sono anche molto sportivo, non avendo più il tempo (e le ginocchia) per giocare a basket cerco sempre di trovare spazio nelle mie giornate per andare in palestra o a correre, anche alle ore più assurde. Inoltre, facendo parte del comitato direttivo della Società di Analisi Tecnica (SIAT) e nel board of directors dell’International Federation of Technical Analysts (IFTA) sono impegnato nell’insegnamento e nell’organizzazione di corsi di formazione per investitori istituzionali che vogliono esplorare il mondo dell’intelligenza artificiale e della data science applicata ai mercati finanziari.

Spazio pubblicitario
Spazio pubblicitario
Spazio pubblicitario