Spazio pubblicitario
Roberta Rudelli, di UniCredit, è la nostra Fund Selector del Mese
Professionisti del settore

Roberta Rudelli, di UniCredit, è la nostra Fund Selector del Mese

“Lavorare in un team internazionale permette di confrontarsi continuamente con punti di vista diversi e insegna a mettere sempre in discussione le proprie convinzioni. I processi tendono a essere un po’ più lunghi, ma le decisioni che ne derivano garantiscono di aver approfondito la tematica in tutti gli aspetti”.
Imagen del autor

31 GEN, 2024

Di Teresa M. Blesa di RankiaPro

Convidivi
LinkedInLinkedIn
TwitterTwitter
MailMail
Roberta Rudelli, Head of Fund Selection presso UniCredit

Roberta Rudelli è Head of Fund Selection di UniCredit con oltre 20 anni di esperienza nei mercati finanziari.

Dal suo ingresso nel Gruppo nel 2003 ha ricoperto diverse attività: equity strategist, gestione
di portafogli obbligazionari e azionari, asset allocation. Dal 2005 al 2011 ha lavorato per il dipartimento di Pioneer Quant Asset Allocation sviluppando modelli per strategie azionarie di valore relativo (Paesi e settori).

Roberta ha iniziato la sua carriera in Comit Asset Management (ora Eurizon) nel team di Asset Allocation come equity strategist e successivamente ha maturato due anni di esperienza presso il desk di trading azionario di Banca Profilo.

Quando e come ha iniziato la tua carriera nel settore finanziario?

Ho iniziato a occuparmi di Fund Selection nel 2014, ma sono entrata nel settore nel 1997 subito dopo la laurea in Economia, occupandomi prima di gestioni patrimoniali in fondi e poi di asset allocation come junior strategist del segmento azionario. Successivamente, dopo un’esperienza di due anni nell’equity trading desk di un’altra banca, sono entrata nel Gruppo UniCredit, dove ho ricoperto diversi ruoli nell’area investimenti: asset allocation, gestione di portafogli azionari e obbligazionari e sviluppo di modelli quantitativi per le scelte settoriali e di paese nel segmento azionario presso Pioneer Asset Management (ora Amundi).   

Quali parti del tuo lavoro ti piacciono di più?

Lavorare in un team internazionale permette di confrontarsi continuamente con punti di vista diversi e insegna a mettere sempre in discussione le proprie convinzioni. I processi tendono a essere un po’ più lunghi, ma le decisioni che ne derivano garantiscono di aver approfondito la tematica in tutti gli aspetti. Un altro aspetto che apprezzo particolarmente è la possibilità di parlare con gestori che vivono in ogni parte del mondo. Questo mi permette di ampliare le conoscenze dei mercati finanziari, ma anche di imparare qualcosa in più sulla cultura e sulle preferenze degli investitori locali.

Potresti parlarci del tuo processo di selezione di fondi?

La prima fase è basata su un database quantitativo proprietario che classifica ciascun fondo rispetto alla categoria Morningstar in base a considerazioni di medio-lungo termine sulla performance, la volatilità e la consistenza del profilo rischio-rendimento. Una volta identificato il candidato ideale, si procede con la verifica del rispetto dei criteri di sostenibilità stabiliti dal Gruppo e con un’intervista al gestore del fondo volta ad approfondire diversi aspetti, come l’esperienza del team di gestione, il processo di investimento, la gestione del rischio, l’approccio ESG e la coerenza con i titoli in portafoglio. La decisione di includere o escludere un fondo dalla “buy list” è collegiale, coinvolge tutto il team di Fund Selection, e avviene solo dopo che ogni dubbio è stato fugato.

Quante sono le persone nel tuo team e come è organizzato?

Lavoro con sei professionisti molto esperti. Due sono basati a Vienna, due a Monaco di Baviera e due sono con me negli uffici di Milano. Insieme siamo responsabili della “buy list” dei fondi sia per la consulenza che per le soluzioni gestite del Gruppo nei tre paesi principali: Italia, Austria e Germania. Siamo divisi per asset manager, ciascuno di noi è lead analyst di circa quattro asset manager e second analyst di altri quattro. Il lead e il second analyst devono essere di paesi diversi, per garantire un’analisi più completa e ridurre al minimo possibili bias nazionali/culturali/personali.

Come organizzi tutta l’informazione con cui lavori?

Condividiamo tutti i documenti, le analisi, le informazioni ricevute, i monitoraggi periodici che facciamo. Qualsiasi membro del team può facilmente reperire tutti i dati anche se non ha preso parte alla valutazione di un fondo o all’aggiornamento con il gestore. Abbiamo in condivisione documenti fin dal 2010 quando fu creato il team europeo. Allora mi occupavo di altro, ma grazie a questa organizzazione riesco a risalire alla storia di ciascun fondo analizzato in uno dei tre paesi. 

Riguardo all’analisi qualitativa, quale tipo di informazione trovi più importante?

Personalmente mi focalizzo molto sulla gestione del rischio di portafoglio ed eventuali politiche di stop loss per capire come reagisce il gestore quando le scelte fatte cominciano a penalizzare troppo la performance del fondo. Adotta un approccio paziente, aspettando il recupero, vende il titolo cambiando la struttura del portafoglio oppure incrementa la posizione sperando di abbreviare il tempo di recupero? Questo ci permette di stimare la possibile evoluzione della performance nel tempo e di caratterizzare meglio il fondo rispetto ad altre soluzioni disponibili non solo sulla base del dato di rischio/rendimento che guarda al passato ma anche di provare a “prevedere” il futuro riuscendo a segmentare meglio il target di clientela più adatto alla strategia.

Qual è la sfida più grande che hai dovuto affrontare come fund selector?

Da qualche anno il tema che ci sta occupando maggiormente è l’ESG, soprattutto in considerazione della normativa ancora in evoluzione e della mancanza di un vero standard di mercato. Ogni asset manager e ogni fondo ha la propria politica di sostenibilità, che va analizzata e monitorata nel tempo per verificare che ci sia sempre coerenza tra l’approccio dichiarato le scelte del gestore a livello di portafoglio. A questo si aggiungono le differenti preferenze di sostenibilità tra investitori di paesi diversi che dobbiamo tenere in considerazione nella selezione dei fondi

Cosa ti piace fare quando non lavori?

Con due figli teenager non ho molto tempo libero ma, quando riesco, mi piace sciare, fare trekking e lo sport in generale. Amo anche la lettura, in particolare i gialli, e viaggiare per il mondo per conoscere altre culture che, in qualche caso, mi hanno aiutato ad affrontare con maggior consapevolezza alcune scelte di investimento. Un luogo che mi ha colpito particolarmente è il cielo stellato del deserto australiano e la sensazione di infinito che ti lascia.

Spazio pubblicitario
Spazio pubblicitario
Spazio pubblicitario