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Ciro Vuolo, di Deutsche Bank Italia, è il nostro Fund Selector del Mese
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Ciro Vuolo, di Deutsche Bank Italia, è il nostro Fund Selector del Mese

“Il nostro mondo, piaccia o no, è un mondo fatto di numeri. Ciò che conta è il risultato. Questo risultato non può essere reso “assoluto” ma va inquadrato all’interno di altri parametri. Tra le mie misure preferite, di sicuro va menzionato l’Ulcer Index”.
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13 MAR, 2024

Di Teresa M. Blesa di RankiaPro

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Ciro Vuolo

Ciro Vuolo possiede una laurea in Economia e Commercio presso l’Università degli Studi di Salerno. Ha iniziato a lavorare nel 1998 come promotore finanziario junior, accumulando diverse esperienze fino a entrare in Credem Banca nel 2007, dove ha ricoperto diversi ruoli tra cui Analista Finanziario, Portfoglio Manager e Head of Sales. Dopo una breve esperienza come Portfoglio Manager per Euromobiliare Asset Management e Credemvita, nel 2021 è entrato a far parte di Deutsche Bank, dove ricopre il ruolo si Responsabile dei Fondi e delle Soluzioni per l'Italia.

Quando e come ha iniziato la tua carriera nel settore finanziario?

Ho iniziato nel 1998, come promotore finanziario. È stato piuttosto casuale. D’estate aiutavo i miei genitori in macelleria, e una sera, un cliente, direttore di banca, iniziò a parlarmi di mercati finanziari. Cosi entrai in contatto con Banca CRT, poi Xelion.  Dopo aver frequentato il primo Master in Merchant banking della LIUC, nel 2001, ho iniziato a lavorare come trader su derivati.

Dal 2002 al 2007, ho lavorato presso Simgest, seguendo il portafoglio azionario europeo dei mandati di gestione istituzionali. Dal 2007 al 2021, nel Gruppo Credem, dove ho ricoperto diversi ruoli, tra i quali quello di portfolio manager su portafogli multi-asset e absolute return. Ho raggiunto Deutsche Bank, a Roma nel 2021 come Investment Manager. Da Luglio 2021 ricopro il ruolo di Head of Funds & Solutions.  

Quali parti del tuo lavoro ti piacciono di più?

Mi piace scoprire nuove strategie. Stare sulla frontiera delle nuove soluzioni di investimento. La curiosità mi appartiene. I meeting con i gestori di portafoglio sono sempre molto stimolanti. Il confronto con i colleghi di altre realtà è fondamentale per accrescere il proprio knwoledge dell’industria dei fondi. 

Potresti parlarci del tuo processo di selezione di fondi?

Track-record. Il nostro mondo, piaccia o no, è un mondo fatto di numeri. Ciò che conta è il risultato. Questo risultato non può essere reso “assoluto” ma va inquadrato all’interno di altri parametri. Tra le mie misure preferite, di sicuro va menzionato l’Ulcer Index. Credo che meglio rappresenti la posizione del cliente investito in un fondo.   

Tracking error? Si. Un gestore lo si paga affinché faccia delle scelte. Si spera che queste scelte diano poi il risultato desiderato. 

Le misure di analisi, però, non possono essere uguali per tutte le tipologie di fondi. Le strategie Alternative liquide richiedono una qualità di analisi superiore. 

Ok abbiamo comprato il fondo, e ora? Monitorare l’evoluzione della performance è parte essenziale del processo. Verificare la coerenza tra la tesi in fase di selezione e la sua performance dal giorno in cui è concretamente in portafoglio, è cruciale. Soprattutto è cruciale saper cambiare velocemente idea, e non innamorarsi della propria tesi. Ricordo distintamente nel 2009, feci un meeting con un portfolio manager, appena sbarcato da New York. Strategia “super figa”… fino a quel momento. Perché il mercato cambiò behavior, nei mesi successivi. Sei mesi dopo i risultati erano praticamente l’opposto delle attese. All’epoca selezionavo i fondi per i portafogli in consulenza di Credem. Scrivemmo ai sottoscrittori del servizio, spiegandogli che il fondo non era più nella raccomended list. Tutto ciò in soli sei mesi. 

Quante sono le persone nel tuo team e come è organizzato?

Il team locale di Deutsche Bank è composto da 5 professionisti. Come Db Italy, riceviamo supporto globale, con analisti dedicati alle diverse asset class. Localmente, ci occupiamo molto della relazione con i gestori, del monitoraggio e dell’aggiornamento delle reti commerciali della banca.  Il team è un mix, tra persone più esperte e persone più giovani. Entrambi portano grande valore alle attività. Esperienza e conoscenza strutturata dei processi, affiancata a nuovi punti di vista. Il mix dei due, è un ottimo bagaglio di competenze. 

Come organizzi tutta l’informazione con cui lavori?

Per tutti i fondi approvati c’è una profonda due diligence, e meeting di follow-up costanti con i portfolio manager. Monitoriamo, ovviamente, anche da un punto di vista quantitativo l’andamento dei fondi, sia rispetto al mercato nel suo complesso, che rispetto alla propria categoria. 

Riguardo all’analisi qualitativa, quale tipo di informazione trovi più importante?

Se diamo per scontato, che l’asset manager con il quale ci confrontiamo, ha già superato il processo di due diligence a livello societario, ciò che conta è il risultato. In questo “sport” non conta partecipare, ma vale battere il proprio benchmark. 

Poi bisogna capire, come viene battuto. In quale parte del processo viene creato valore. Facciamo un esempio sul mercato azionario. Il fondo in questione crea alpha, dallo stock picking? Il processo di selezione delle azioni è ripetibile all’infinito? L’extra-performance viene realizzata in maniera ampia tra le azioni in portafoglio? O sono solo alcune a guidare il risultato. L’extra performance cumulata del fondo, è stata creata in un momento storico? Oppure la sua generazione è spalmata lungo tutto l’arco temporale di valutazione.

La selezione dei fondi non è una scienza. Ma un mix tra sensazioni soggettive e valutazioni oggettive, su base quantitative. Poi il resto, sono capelli bianchi, che per comodità narrativa chiameremo esperienza. 

Qual è la sfida più grande che hai dovuto affrontare come fund selector?

Quando il processo è strutturato, ovvero non sei l’unico a decidere, devi accettare che altri membri del team abbiamo punti di vista completamente diversi dal tuo. E questo a volta porta a “bocciare” il fondo, che non supera la due diligence. 

Dover ammettere che ti sei sbagliato. Che hai sottostimato alcuni aspetti della gestione, o che non avevi colto alcuni particolari. Del resto chi è che compra un’azione per poi vederla scendere. Nei fondi è uguale. Lo selezioni, perché ti aspetti che continui a sovraperformare. Ma questo, come è scritto nella pubblicità, non è garanzia dei risultati futuri. 

Cosa ti piace fare quando non lavori?

Nel tempo libero mi piace leggere, soprattutto libri che spiegano il funzionamento del cervello umano. Cucinare, mi rilassa particolarmente soprattutto se lo faccio per qualcuno. Mi piacciono le attività all’aera aperta, come il trekking e le grigliate con amici. 

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