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Gianluca Magazzini, di Fondazione CARIPT, è il nostro Fund Manager del Mese
Società di investimento

Gianluca Magazzini, di Fondazione CARIPT, è il nostro Fund Manager del Mese

Sicuramente la mia sfida più importate è stata quella di vedere l’idea della diversificazione valutaria che viene generalmente percepita come rischio, come un’opportunità per sfruttare le diverse correlazioni tra asset
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10 MAG, 2023

Di Teresa M. Blesa di RankiaPro

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Gianluca Magazzini, di Fondazione CARIPT, è il Fund Manager del mese di maggio

Mi sono laureato al "Cesare Alfieri" di Firenze in Scienze Politiche indirizzo Storico-Politico, con una tesi sulla Repubblica di Weimar. Sono un gestore di attivi liquidi presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia, dove mi occupo della strategia di portafoglio con “focus” mercati azionari e materie prime.

Attivo sui mercati finanziari dal 1997, sono stato inizialmente negoziatore su derivati per un istituto bancario europeo e poi gestore di patrimoni presso altre banche italiane con compiti di sviluppare e gestire portafogli sui mercati in titoli azionari USA ed Europa, gradualmente ho approfondito i temi relativi a tassi di interesse, materie prime e valute, potendo così operare su portafogli indirizzati al ritorno assoluto. 

Quando e perché ha iniziato la tua carriera nel settore finanziario?

La mia prima esperienza con la finanza risale alla fine degli anni ’90, quando spinto dalla curiosità e da un’opportunità offertami da un conoscente, mi trovai a fare uno “stage” presso una società di intermediazione mobiliare dove si negoziavano strumenti finanziari per clienti privati ed istituzionali. Mi apparve un mondo assai complesso e distante dagli studi fatti, ma capii abbastanza presto che la finanza e l’economia erano strettamente legate ai comportamenti sociali, alla politica e alla geo politica, quindi mi venne naturale, oltre che a cercare di capire il metodo migliore per negoziare azioni, obbligazioni e derivati, di cercare di mettere insieme le variabili che facevano muovere i prezzi degli asset, fu per me una motivazione molto forte che presto si è tradotta in una passione.

Come si svolge un giorno quotidiano di lavoro per te? Come organizzi il tuo tempo?

L’attività lavorativa consiste nel monitoraggio dei mercati finanziari, che significa seguire l’evoluzione dei prezzi delle varie asset class sia a livello settoriale che geografico, misurare quindi l’impatto dei movimenti dei listini sul portafoglio investito, ma soprattutto cercare di comprendere il momento macroeconomico attraverso l’aggiornamento dei dati che vengono rilasciati dalle banche centrali e dalle agenzie governative, quindi le situazioni politiche e geopolitiche.

Chiaramente questi numeri e movimenti di mercato hanno bisogno di un’interpretazione che poi possa dare conferma alla strategia messa in atto nel portafoglio per l’anno in corso, che comunque viene affiancata da un’attività tattica che mira a portare il portafoglio verso l’obiettivo desiderato. A questo si affiancano studio e ricerca della situazione macroeconomica di più lungo termine che viene fatta attraverso la consultazione di siti specializzati. Si tratta in sostanza di un aggiornamento continuo e attento che cerca di incrociare diversi modi di vedere il futuro delle varie asset class.

Quali principi chiave guidano il tuo processo di investimento?

Il processo di investimento del portafoglio tiene conto, in primo luogo, dell’universo investibile; quindi, è previsto un benchmark di riferimento che tenga conto non solo dell’area euro ma che comprenda e tenga conto del peso delle maggiori realtà economiche mondiali. Questo perché penso che in un mondo interconnesso, si possa trovare la rivalutazione del patrimonio considerando i vari aspetti e caratteristiche delle economie più esposte alla produzione (Asia, Europa) di quelle più basate sui consumi (USA) e di quelle produttrici di materie prime.

La selezione delle società passa quindi per livelli di importanza per capitalizzazione, di utili trimestrali, di multipli e sostenibilità dei dividendi. La parte obbligazionaria come quella azionaria comprende le diverse aree geografiche e settori commerciali, la diversificazione valutaria rimane un’importate caratteristica del nostro portafoglio, che fa delle correlazioni tra asset il nostro punto di forza nel mantenere in equilibrio valore degli investimenti e rendimento.

Come stai adattando il tuo portafoglio all'attuale situazione dei mercati?

Ad inizio anno la posizione del portafoglio era caratterizzata dal sottopeso degli asset di rischio, una duration dell’asset class obbligazionario poco elevata, un’ampia diversificazione valutaria e una liquidità pari al 15% circa. L’idea generale era infatti che il mercato azionario sarebbe stato penalizzato dal progressivo ritiro della liquidità da parte delle banche centrali, la crescita degli utili societari sarebbe stata anemica, l’inflazione ancora alta con il resto dei dati macro in contrazione.

Le cose sono sembrate subito differenti durante le prime due settimane di gennaio e prontamente siamo andati a coprire buona parte di quel sottopeso sull’azionario acquistando titoli dell’eurozona e tecnologici americani; è stata un’operazione di natura tattica, a marzo infatti abbiamo alleggerito progressivamente conseguendo utili soddisfacenti. Al di là della liquidità ancora presente sul mercato e quindi di potenziali ulteriori rialzi per i listini, abbiamo valutato più conveniente spostare gli investimenti sui governativi a breve termine, quindi tornare in sottopeso sulle azioni, in attesa di vedere un premio per il rischio sulle azioni più attraente. Ad oggi quindi abbiamo una posizione piuttosto prudente.

Quale tipo di società è più interessante per te quando cerchi di costruire un portafoglio? In quali società non investiresti mai?

Sono differenti le valutazioni che possiamo fare nel considerare una società da inserire portafoglio, premetto comunque che la nostra selezione avviene come già accennato, tenendo conto della capitalizzazione quindi dei multipli rispetto al settore di riferimento e la sostenibilità del dividendo, altra cosa importante le capacità della società di imporre il prezzo sul mercato, quindi la capacità di competere.

Devo dire che non prevediamo il termine “mai” nei nostri investimenti, ma sicuramente preferiamo società non troppo indebitate; quello che facciamo per regolamento ministeriale che riguarda gli enti filantropici quale il nostro, è quello di non comprare “mai” aziende legate alla produzione di armi.

Qual è la sfida più grande che hai dovuto affrontare come Fund Manager?

Sicuramente la mia sfida più importate è stata quella di vedere l’idea della diversificazione valutaria che viene generalmente percepita come rischio, come un’opportunità per sfruttare le diverse correlazioni tra asset. In questo caso la composizione dei portafogli durante gli ultimi dieci anni, hanno visto sempre un rilevante peso del dollaro USA, valuta del cui ruolo di asset di riserva mondiale se ne profetizza da anni la fine. Anche il sovrappeso degli asset USA rispetto a quelli europei ed emergenti è sempre stata una caratteristica dei miei portafogli. Sono state sfide fino ad oggi che per me hanno avuto esito positivo, credo tutt’ora che l’investimento in nord America sia da favorire per il medio lungo periodo, ma è un mondo che cambia in fretta e la flessibilità nel pensiero è d’obbligo.

Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere una carriera nel settore dell'asset management?

Metodo, disciplina di portafoglio e passione sono sicuramente tre caratteristiche necessarie a intraprendere la carriera di asset manager; un’altra caratteristica difficile da aggiungere spesso la più difficile su cui tutti normalmente siamo carenti, è quella di mettere sempre in dubbio le proprie convinzioni, ovvero cercare di capire dove le nostre teorie sull’andamento dei mercati hanno punti di debolezza.

Quando hai tempo libero, cosa ti piace fare?

Nel tempo libero ho imparato a rilassarmi staccando la mente dai mercati finanziari, non proprio del tutto devo dire ma sono a buon punto. Quindi frequento amici, faccio qualche piccolo viaggio quando posso e cerco di andare al mare in estate.

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