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Come diversificare i portafogli di investimento con ETF?
Consulenza finanziaria

Come diversificare i portafogli di investimento con ETF?

HANetf, Invesco e AXA Investment Managers condividono i loro consigli per ottimizzare i portafogli di investimento attraverso l’uso mirato degli ETF.
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5 DIC, 2023

Di Teresa M. Blesa di RankiaPro

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Introdurre varietà e resilienza nei portafogli di investimento è cruciale per gestire il rischio e massimizzare le opportunità di crescita. Gli Exchange Traded Fund offrono agli investitori uno strumento versatile per diversificare i propri portafogli in modo efficiente. In questo articolo, esploreremo come utilizzare gli ETF per ampliare la diversificazione e migliorare le performance degli investimenti. Per farlo, abbiamo consultato tre esperti del settore finanziario, i quali condivideranno i loro preziosi consigli e strategie per ottimizzare i portafogli di investimento attraverso l'uso mirato degli ETF.

Annacarla Dellepiane, Head of Sales Italy, HANetf 

La diversificazione del portafoglio è essenziale per gestire il rischio degli investimenti. Gli Exchange Traded Fund (ETF) e gli Exchange Traded Commodities (ETC) sono strumenti finanziari che facilitano una diversificazione efficiente in vari settori e asset class. Per potenziare la diversificazione a partire dagli obiettivi di investimento e dal profilo di rischio di ciascun portafoglio si dovrebbe considerare l'inclusione non solo di equity e fixed income tradizionali, ma anche di ETF tematici, oro, materie prime e criptovalute.

Gli ETF tematici seguono indici specifici, fatti su misura per rappresentare settori in crescita o temi a lungo termine non catturati dagli indici tradizionali, come ad esempio innovazione, salute, energia rinnovabile o progressi tecnologici di ultima generazione. L'inclusione di tali ETF offre una diversificazione più mirata degli ETF core o degli indici settoriali tradizionali permettendo di includere, ad esempio, più compagnie small e medium cap. Gli ETF tematici possono inoltre servire a personalizzare il portafoglio e includere compagnie difficili da “reperire” altrimenti.

Per quanto riguarda i diversi temi, sicuramente conviene guardare all’oro, da sempre considerato il bene rifugio per eccellenza durante i periodi di incertezza economica e,o di alta inflazione. Includendolo in portafoglio si migliorano i ritorni aggiustati per il rischio. Il modo più semplice per introdurre un investimento diretto in oro, senza usare derivati, è usare un ETC con replica fisica su questo metallo prezioso.

L'inclusione di materie prime in generale fornisce ulteriore diversificazione, poiché queste hanno bassa correlazione con azioni e obbligazioni, inoltre è bene tenere a mente che gli indici tradizionali che tracciano un paniere diversificato di commodities non includono le materie prime più innovative quali uranio, litio e cobalto, materie che invece possono essere selezionate attraverso ETF tematici sulle materie prime.

L'allocazione di ETC su criptovalute aggiunge un altro elemento non correlato agli asset tradizionali, infatti aggiungendo dosi anche minime come l’1% o il 3% di criptovalute a un portafoglio tradizionale si vanno a migliorare i principali indici quali lo Sharpe Ratio, il Sortino Ratio e il Calmar Ratio.

In conclusione, gli ETF offrono totale trasparenza, esposizione a panieri ben diversificati, costi di transazione inferiori, risparmio di tempo, semplificazione operativa ed eliminano il rischio specifico associato a singole azioni o obbligazioni. La loro struttura li rende una scelta attraente per coloro che cercano una diversificazione efficiente e una gestione semplificata del portafoglio. Rispetto ai titoli singoli semplificano il processo di diversificazione, mentre rispetto ai fondi comuni di investimento permettono di evitare sovrapposizioni causate dalla mancanza di trasparenza dei fondi.

Franco Rossetti, Head of ETF – Italy, Invesco

Sono passati quasi 40 anni dal lancio del primo ETF negli Stati Uniti e da quel momento in poi la famiglia di strumenti investibili, con il quale investitori e gestori possono costruire strategie sempre più diversificate ed efficienti, si è ampliata a dismisura. 

Sebbene la ricerca di alpha* rimanga un obiettivo primario per la creazione di valore, sempre più spesso il dubbio su come e quanto i gestori attivi riescano effettivamente a generare valore in strategie ben diversificate si insedia nella mente degli operatori finanziari. 

Per fortuna, la creazione di valore è un elemento tangibile e misurabile, così come lo è l’efficienza di uno strumento – misurata come rapporto tra rendimento annualizzato (CAGR) e volatilità annualizzata. Quest’ultima può rappresentare a tutti gli effetti un valido elemento di scelta, purchè gli strumenti siano affini e abbiano obiettivi d’investimento comparabili. 

Nel nostro esercizio abbiamo selezionato 8 strumenti passivi speculari tra loro che potessero essere inseriti in una strategia-target 60% azionaria, 40% obbligazionaria con una diversificazione tangibile in termini di esposizione geografica, e tipologia di asset class. Una volta selezionati gli strumenti abbiamo quindi misurato l’efficienza di questi su un orizzonte temporale di 5 anni, abbiamo ricostruito le perfomance di una strategia con strumenti equivalenti passivi che risultassero più efficienti. 

È importante sottolineare che l’aumento di efficienza che si può ottenere con l’inclusione di strumenti passivi dipende da due elementi principali: il fatto che i fondi attivi abbiano mediamente costi superiori agli ETF e il fatto che, anche per i gestori attivi migliori, il compito di battere sistematicamente il mercato di riferimento è arduo. 

Chi investe in un fondo attivo di solito lo fa perché ritiene che valga la pena dare spazio ai gestori di esprimere le loro capacità, sapendo che la volatilità potrebbe giocare a loro sfavore: nessun essere umano è in grado di sfruttare sempre e solo la parte positiva del rischio senza commettere mai un errore. Non sorprendentemente, se si eliminano dall’investimento attivo gli strumenti che hanno evidenziato una minore efficienza nel periodo considerato, si ottiene una strategia che non solo è in grado di conseguire rendimenti superiori su base storica, con una performance del +80% circa rispetto al +61% dei soli fondi attivi fra gennaio 2016 e marzo 2021, ma che risulta anche avere una maggiore efficienza totale di portafoglio. La caratteristica che contraddistingue e semplifica l’operazione di efficientamento della strategia tramite ETF è la specificità su un mercato, asset class, fattore o settore che lo strumento può offrire. 

Questa segmentazione molto mirata può consentire una riduzione del potenziale effetto distorsivo che si potrebbe ottenere da un cambio di manager o da una diversa strategia attiva. In breve la composizione del nostro portafoglio virtuale è: Equity US 21,8% (Invesco S&P 500 o Invesco MSCI USA), Equity Develop Market 19,4% (Invesco MSCI World), Equity EM 14,6% (Invesco MSCI Emerging Markets), Comdty 3% (Invesco Physical Gold ETC), Gov EM 4,6% (Invesco Emerging Markets USD Bond), Corp IG 13,7% (Invesco USD IG Corporate Bond), Corp HY 4,6% (Invesco US High Yield Fallen Angels), Cash 4,3%, Gov US 14% (Invesco US Treasury). Il portafoglio non è declinato secondo nessun profilo di rischio specifico e non rappresenta un consiglio d’investimento. * definita come la capacità di una strategia attiva di generare sovra-rendimento rispetto ad un indice di riferimento.

Demis Todeschini, head of ETF Sales Italy - AXA Investment Managers Core

Demis Todeschini

L'ampio ricorso agli Exchange Traded Fund (ETF) per la diversificazione del portafoglio è diventato un approccio consolidato tra gli investitori desiderosi di bilanciare rischi, massimizzare opportunità e migliorare il profilo di costo e liquidità. Gli ETF forniscono una soluzione efficiente ed economica per ottenere una diversificazione immediata su ampie classi di attività. Da notare il ruolo significativo degli ETF nell'integrazione di criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) nei portafogli, nonché la loro innovativa capacità di offrire accesso a strategie di gestione attiva sia nel settore azionario che obbligazionario.

La considerazione dei cambiamenti climatici e le politiche di transizione verso economie a basse emissioni di carbonio sono tra gli obiettivi prioritari per gli investitori al fine di cogliere opportunità e mitigare i rischi associati. Un approccio solido e lungimirante è rappresentato dall'approccio "Paris Aligned", derivante da un regolamento europeo, che stabilisce criteri e misure per costruire portafogli in linea con gli obiettivi di Parigi sul clima e del Net Zero 2050. Questi portafogli devono garantire una riduzione delle emissioni delle società presenti del 7% annuo e mantenere una riduzione del 50% rispetto ai benchmark tradizionali.

Il modello "Paris Aligned" si configura come complementare e sinergico alla costruzione di portafogli diversificati che contribuiscono positivamente agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, in particolare quelli legati al cambiamento climatico e alla biodiversità. La complessità di tali obiettivi richiede ETF in grado di catturare specificità di asset class e aree geografiche, sfruttando le potenzialità di approcci passivi o attivi. Parlare infatti di ETF attivi sembra quasi un ossimoro in quanto nascono originariamente proprio per rendere investibili gli indici ma ora possono anche dare accesso, fermo restando la loro economicità, trasparenza e liquidità, alle capacità di un team di gestione nel prendere scelte discrezionali per sovraperformarli.

In risposta a questa sfida, AXA IM ha lanciato ETF in ottemperanza all'articolo 8 del SFDR, coprendo classi d'investimento "core" con un approccio Paris Aligned e gestione attiva su corporate bonds investment grade dell'area euro (AXA IM Euro Credit PAB UCITS ETF, ticker: AIPE, TER 0,20%) e dell'area dollaro (AXA IM Euro Credit PAB UCITS ETF, ticker: AIPU, TER 0,18%); Paris Aligned ma a gestione passiva su azionario USA (AXA IM MSCI USA Equity PAB UCITS ETF, ticker: AIUU, TER 0,12%). Inoltre, AXA IM affronta le sfide globali della biodiversità e del cambiamento climatico con due ETF attivi azionari: a) AXA IM ACT Biodiversity Equity UCITS ETF (ticker: ABIU, TER 0,50%), contribuendo agli SDG 6, 12, 14 e 15; b) AXA IM ACT Climate Equity UCITS ETF (ticker: ACLU, TER 0,50%), supportando gli SDG 13 e 7.

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