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Cosa aspettarsi dalla BCE nella sua terza riunione dell’anno?
Prospettive di mercato

Cosa aspettarsi dalla BCE nella sua terza riunione dell’anno?

Ci troviamo alle porte della terza riunione della BCE di quest’anno e, ancora una volta, il punto cruciale è capire se l’organismo guidato da Christine Lagarde farà una mossa a sorpresa, abbassando i tassi di interesse, oppure se dovremo attendere fino a metà anno per assistere ai primi ribassi del settore bancario.
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10 APR, 2024

Di Teresa M. Blesa di RankiaPro

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Ci troviamo alle porte della terza riunione della BCE di quest'anno e, ancora una volta, il punto cruciale è capire se l'organismo guidato da Christine Lagarde farà una mossa a sorpresa, abbassando i tassi di interesse, oppure se dovremo attendere fino a metà anno per assistere ai primi ribassi del settore bancario. Ecco cosa sostengono gli esperti:

Alexander Batten, Fixed Income Portfolio Manager, Columbia Threadneedle  Investments 

Ad aprile, la riunione della Bce sarà probabilmente tranquilla e preparerà il terreno per quella di giugno.  Infatti, si è diffusa recentemente l'idea che il ciclo di tagli inizierà proprio a partire da giugno, avendo la  banca centrale raccolto per allora informazioni sufficienti sui salari, piuttosto che una serie di buone  notizie sull’andamento dei salari tale da giustificare l'inizio di un ciclo di tagli.

Questa distinzione suggerisce che c’è un’alta probabilità che la Bce rimanga ferma a giugno. Gli aumenti di 25 punti base sono largamente favoriti, ma la presenza di dinamiche di crescita fiacca nell'Eurozona, a differenza di  altre regioni, giustificherebbe tagli a ripetizione.

Giorgio Broggi, Quantitative Analyst, Moneyfarm

La scorsa settimana si è conclusa con notizie macroeconomiche positive, soprattutto negli USA con PMI che indicano una crescita dei posti di lavoro ben oltre le attese (+303.000 nel mese di marzo).

L’Europa continua a faticare, ma i PMI manifatturieri hanno battuto le previsioni, in linea con un solido trend di dati macro che continuano a sorprendere in positivo e con l’inflazione nominale anno su anno al 2,4%, sempre più vicina al target della BCE. Nel complesso, il contesto macroeconomico continua a essere positivo, con mercati che sembrano iniziare a prendere sul serio la possibilità di un ciclo reflazionista, caratterizzato dalla ripresa del settore industriale e manifatturiero e dall’aumento dei prezzi delle materie prime. 

Un regime generalmente positivo per gli asset rischiosi, che potrebbe dare nuovo vigore ai mercati, anche se sul fronte monetario i cicli reflazionisti sono solitamente associati a livelli di inflazione più alti delle attese, e non è chiaro se e come maggiori aspettative di crescita possano compensare un aumento dei prezzi potenzialmente superiore.

Negli ultimi mesi i mercati hanno costantemente diminuito il numero di tagli ai tassi attesi, fino al punto di prezzarne meno di quelli promessi dalla Fed, senza minimamente inficiare il rally dell’azionario. Tuttavia, sarà cruciale che il dato sull’inflazione USA di oggi non sia troppo negativo e che le paure inflattive rimangano contenute. 

In questo clima più cauto rispetto all’inflazione e alla politica monetaria americana, sarà intanto incredibilmente interessante analizzare la narrativa di Lagarde alla conferenza della BCE. Anche se è quasi certo che non ci saranno tagli in questo meeting, questa narrativa potrebbe suffragare i timori che la Banca Centrale Europea ignori i segnali positivi provenienti dall’inflazione nel Vecchio Continente e preferisca, timidamente, aspettare che sia la Fed a tagliare per prima. Se fosse questo il caso, si tratterebbe di un grave errore, a mio avviso, soprattutto se il copione reflazionista dovesse iniziare a materializzarsi più chiaramente negli Stati Uniti.

Konstantin Veit, Portfolio Manager, PIMCO

Konstantin Veit, Portfolio Manager, PIMCO

Riteniamo che nella riunione di aprile la BCE manterrà invariati i tassi di riferimento e ribadirà il suo approccio dipendente dai dati.

Inoltre, prevediamo che la BCE esprimerà probabilmente una crescente fiducia nel percorso dell'inflazione, corroborando la nostra ipotesi di base di un taglio dei tassi a giugno.

Una volta che la BCE inizierà a tagliare i tassi, prevediamo che procederà con cautela per convenzionali step da 25 punti base. Durante il ciclo di tagli, con probabilità le decisioni resteranno dipendenti dai dati e meeting per meeting, ed è improbabile che la BCE si impegni in anticipo su un particolare percorso dei tassi.

Attualmente il mercato prevede circa 85 punti base di tagli dei tassi per quest'anno. A nostro avviso, ciò sembra ragionevole e non si discosta molto dalla nostra previsione di base di tre tagli per quest'anno.

Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti, Carmignac

Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti, Carmignac

La riunione della BCE di aprile sarà sicuramente tra le più rapide della storia. Christine Lagarde è stata molto chiara a marzo: possiamo aspettarci un taglio dei tassi a giugno e altri due o tre più avanti, nel corso dell'anno. A sole cinque settimane dall'ultima riunione del Consiglio direttivo, e dunque con poche statistiche in più da considerare, difficilmente una banca centrale così data-dependent potrà cambiare direzione.

Le ultime notizie sull'inflazione hanno spiazzato il consensus, registrando un dato inferiore di 10 punti base rispetto alle attese, ma pienamente in linea con le previsioni della BCE. Quindi, per ora, lo scenario della BCE si sta evolvendo come da previsioni. A fronte dei progressi compiuti in tema di disinflazione, in linea con le previsioni dello staff, la riunione di questa settimana dovrebbe confermare l'ipotesi di un taglio a giugno, a condizione che i dati restino allineati.  

Entro la fine di maggio saranno diffusi diversi dati significativi. Tra questi, gli utili societari, i tanto attesi salari negoziati e i risultati dettagliati del PIL del 1° trimestre (in particolare, produttività, profitti e costo unitario del lavoro). Data la progressiva conferma di una ripresa del settore manifatturiero, le probabilità che si materializzi un rischio al ribasso sono limitate, dunque il messaggio della BCE dovrebbe essere: "nulla da segnalare".

Secondo le nostre previsioni, la BCE dovrebbe ridurre i tassi di interesse a giugno, con un possibile "salto" a luglio. La dipendenza dai dati significa che il rischio inflazionistico al rialzo dovrebbe essere integrato dal Consiglio, dato che l'inflazione core dei servizi rimane al 4%, i prezzi delle materie prime sono in rialzo e i rischi geopolitici rimangono elevati. Superata l'estate, potrebbero accadere molte cose, ma i tre-quattro tagli annunciati dall'Istituto di Francoforte implicano tagli in successione a partire da settembre.

Questo contesto offre uno scenario favorevole ai mercati del credito europei. La tenuta dell'economia fa sì che i tassi di default rimangano contenuti, mentre la disinflazione (o il contenimento dell'inflazione ciclica) fa sì che la politica monetaria possa essere più accomodante. Privilegiamo le scadenze brevi e intermedie. Tassi di policy più bassi dovrebbero essere sinonimo di reflazione e quindi di rendimenti obbligazionari a lungo termine più elevati, in quanto la curva dei rendimenti diventa più ripida e riflette il miglioramento delle prospettive di crescita futura.

Global Credit Team, Algebris Investments

La BCE spianerà probabilmente la strada per il suo primo taglio dei tassi a giugno, dopo l’indebolimento dell’inflazione dell’Eurozona della scorsa settimana. L’HICP headline è passato dal 2,6% al 2,4%, mentre quello core è sceso dal 3,1% al 2,9%. Entrambi i dati hanno mancato le aspettative dello 0,1% e sono stati trainati principalmente dalla disinflazione dei beni alimentari, energetici e non energetici. L’inflazione dei servizi si è mantenuta al 4% negli ultimi cinque mesi, quindi la BCE avrà bisogno di ulteriori dati prima della riunione di giugno, in particolare la stima dei salari del 1° trimestre che sarà pubblicata il 23 maggio. Per la riunione di giovedì non saranno disponibili nuove proiezioni e ci aspettiamo che il comunicato cambi solo leggermente, mentre la Lagarde potrebbe parlare più apertamente delle prospettive di taglio dei tassi durante la conferenza stampa.

Franck Dixmier, Global CIO Fixed Income, Allianz Global Investors

Franck Dixmier, Global CIO Fixed Incom, Allianz Global Investors 

La Banca Centrale Europea (BCE) non ha più molte ragioni per non iniziare presto a normalizzare la sua politica monetaria. Il punto più basso dell'attività nella zona euro è alle spalle. Ma soprattutto, la BCE sta vedendo la conferma del suo scenario previsto di un'inflazione che si avvicina al suo obiettivo. L'ultimo dato sull'inflazione del +2,4% su base annua a marzo (rispetto al +2,5% previsto e al +2,6% a febbraio) è una buona notizia. Questo trend al ribasso si riflette anche nell'inflazione di base (+2,9% rispetto al +3% previsto e al +3,1% a febbraio). Questi dati supportano la significativa revisione al ribasso delle previsioni sull'inflazione della BCE per i prossimi tre anni presentate alla riunione del 7 marzo (+2,3% nel 2024 rispetto al +2,6% precedente, e un ritorno all'obiettivo del +2% nel 2025).

È quindi probabile che il punto di svolta della politica monetaria sia discusso nella riunione dell'11 aprile e in particolare il momento del primo taglio dei tassi. Sebbene giugno sembri essere il consenso del Consiglio direttivo, il momento e l'entità dei futuri tagli dei tassi rimangono aperti. Ci aspettiamo un discorso misurato, che confermi la probabilità molto alta di un primo taglio a giugno e lo presenti come un primo passo verso la normalizzazione della politica. Ma è probabile che la BCE insista sul fatto che i futuri tagli dei tassi non siano scontati e dipenderanno dalla traiettoria prevedibile dell'inflazione.

Le aspettative di mercato sono estremamente alte, con una probabilità del 98% di un taglio di 25 punti base a giugno. Tuttavia, se i commenti della BCE deluderanno gli investitori, potrebbero sorgere tensioni nei mercati dei tassi in un contesto in cui cresce l'incertezza sul momento del primo taglio dei tassi della Fed, con una probabilità del 72% di un primo taglio a giugno.

Non pensiamo che questa leggera differenza tra la BCE e la Fed ostacolerà la BCE, che dovrebbe ribadire che prende le sue decisioni autonomamente.

Felix Feather, Economist, abrdn, in vista della riunione della BCE

Felix Feather, economista, abrdn

È molto probabile che, nonostante il calo dell'inflazione, la BCE manterrà i tassi invariati nella riunione di questa settimana.

I policymaker temono che il recente calo dei tassi d'inflazione headline nasconda la persistenza dell'inflazione domestica sottostante. Gli analisti saranno, dunque, attenti a qualsiasi segnale di forward guidance.

È ancora probabile che la banca riduca i tassi a giugno, ma finora i commissari europei non hanno preso alcun impegno in merito a un taglio dei tassi in quella riunione. In ogni caso a partire da giugno ci aspettiamo diversi tagli dei tassi.

Yasser Talbi, Portfolio Manager, Indosuez Wealth Management

Yasser Talbi, Portfolio Manager, Indosuez Wealth Management

La riunione sulla politica monetaria della Banca Centrale Europea (BCE) di aprile non dovrebbe sorprendere. Dopo marzo e l'ultimo aggiornamento delle previsioni di crescita e inflazione, il mercato e diversi membri del Consiglio Direttivo hanno indicato giugno come un buon candidato per un primo taglio dei tassi. Anche se Christine Lagarde non si è impegnata su questa riduzione, le ultime cifre sull'inflazione dovrebbero sostenere la BCE al fine di registrare questo declino a giugno.

Per quanto riguarda la riunione di giovedì, il discorso della BCE dovrebbe essere in linea con le comunicazioni recenti con l'obiettivo probabile di non alterare le aspettative di mercato, che sembrano in linea con il tono del Consiglio Direttivo se ci riferiamo alla pubblicazione degli ultimi verbali. Il tema dei salari è stato evidenziato da diversi mesi. La BCE vuole vedere un miglioramento in questa variabile e previsioni che indicherebbero una crescita dei salari in linea con l'obiettivo del 2% di inflazione. Su questo aspetto, dovremmo avere indicazioni più precise entro la riunione di giugno. Inoltre, la riunione di giugno aggiornerà le previsioni di crescita e inflazione della BCE.

Questi due elementi permetteranno una comunicazione più chiara sul ritmo di ritorno a tassi di politica monetaria più neutri, ma avremo solo questi dettagli a giugno. Il ritmo dei tagli dei tassi dovrebbe essere messo in discussione almeno durante la conferenza stampa. Ci aspettiamo che la BCE rimanga evasiva e si astenga dal comunicare più ampiamente sul ritmo del declino. Sarà preferito un approccio riunione per riunione, in linea con le ultime dichiarazioni, ed è probabile che mantenga il consenso all'interno del consiglio. Qualsiasi chiarimento su questo punto sarebbe percepito come una sorpresa dal mercato. Nei mercati, i rendimenti europei hanno superato quelli americani negli ultimi 3 mesi, riflettendo le aspettative di tagli dei tassi nella zona euro, che rimangono ancorate intorno a circa 4 tagli quest'anno. Questa discrepanza sembra giustificata data la differenza nelle dinamiche di crescita e inflazione tra le due regioni. Le nostre previsioni annuali sono in linea con quelle del mercato (4 tagli dei tassi entro giugno).

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