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Stefano Battel, di Cherry Bank, è il nostro Fund Selector del mese
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Stefano Battel, di Cherry Bank, è il nostro Fund Selector del mese

“Indubbiamente la sfida maggiore è quella di integrare le svariate competenze che al giorno d’oggi sono richieste.”
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20 DIC, 2023

Di Teresa M. Blesa di RankiaPro

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Stefano Battel, fund selector presso Cherry Bank

Laureato all’Università degli Studi di Udine, dove si specializza con successivi corsi su modelli matematico-statistici per la valutazione del rischio e la diversificazione del portafoglio, Stefano Battel Inizia la sua carriera presso l’ufficio studi di una società di consulenza come analista finanziario per poi approdare alla libera professione occupandosi di analisi finanziaria e sviluppo di algoritmi per misurare l’effettiva diversificazione di portafoglio prendendo in prestito dalla termodinamica il concetto di entropia.

Fornisce, inoltre, consulenza in ambito Fintech, per la creazione di una piattaforma di “advisor” per l’analisi automatizzata degli investimenti. 

Dal 2019 al 2023 fa parte del team di gestioni patrimoniali di Civibank occupandosi sia della costruzione e manutenzione dei portafogli, utilizzando un approccio top-down per arrivare alla selezione degli OICR, sia dell’implementazione di algoritmi a livello di procedure. 

Infine, nel settembre del 2023, entra in Cherry Bank dove si occupa della selezione dei fondi, della scelta dei titoli e dell'analisi delle strategie quantitative della Banca.

Quando e come ha iniziato la tua carriera nel settore finanziario?

Dopo la laurea in Banca e Finanza presso l’università degli Studi di Udine, ho iniziato la mia carriera lavorativa nel settore della consulenza indipendente lavorando all’interno dell’ufficio studi di Consultique come analista finanziario. Successivamente ho intrapreso la carriera di libero professionista collaborando allo sviluppo di un progetto fintech, avente come scopo la creazione di una piattaforma di robo for advisor. Nel 2019 sono entrato in CiviBank impegnandomi nella costruzione e selezione degli strumenti da inserire all’interno delle linee di gestione gestite internamente, oltre che dello sviluppo di algoritmi per automatizzare controlli a livello operativo e analisi procedurali.   

Da settembre 2023 faccio parte del team gestioni patrimoniali di Cherry Bank, occupandomi dell'analisi delle strategie quantitative della Banca e della selezione dei fondi e dei titoli.

Quali parti del tuo lavoro ti piacciono di più?

Il mondo degli investimenti in generale mi ha sempre affascinato e mi ritengo fortunato di fare un lavoro che mi appassiona e mi appaga sia a livello professionale che personale. Fatta questa premessa apprezzo l’interdisciplinarietà e la varietà dei compiti con i quali mi confronto ogni giorno, potendo spaziare dall’analisi delle strategie di investimento, alla gestione dei portafogli fino ad arrivare alla risoluzione di problemi. 

Potresti parlarci del tuo processo selezione dei fondi?

Lo strumento principale per il supporto nella decisione dei fondi che vengono inseriti nei portafogli è dato dall’algoritmo di selezione. Il cui output è rappresentato da una classifica che ordina i fondi e gli ETF dal migliore al peggiore.  Sottolineo che, senza entrare troppo nel dettaglio, le metriche utilizzate e la logica sono differenti tra le due tipologie di strumenti. Non avrebbe molto senso, infatti, guardare con gli stessi occhi strumenti che si pongono obiettivi differenti, fermo restando che viene che ulteriori approfondimenti vengono svolti accumunando le due fattispecie. 

L’analisi viene effettuata a livello di peer group, ovvero gruppi di fondi con strategie e caratteristiche di investimento omogenee. Questo perché è importante valutare le peculiarità di ciascun fondo nel corretto contesto in cui il fondo stesso opera, insomma di non mescolare mele con pere. 

Una volta definito il corretto universo, per ogni peer group vengono selezionati i fondi che vi appartengono e le rispettive serie storiche analizzate secondo delle precise aree che possiamo così riassumere: performance, rischio e costo. 

Ogni strumento otterrà un punteggio all’interno dell’area di appartenenza, a ciascuna delle quali è assegnato un peso. Il punteggio finale del fondo è dunque rappresentato dalla la media ponderata dei punteggi ottenuti in ciascun’area. Tra gli indicatori quantitativi usati nell’analisi rientrano l’Excess Return, la Tracking Error Volatility, max drawdown, Sharpe ratio, Sortino ratio e l’information ratio solo per citarne alcuni. 

In tale processo viene inclusa anche la valutazione degli aspetti legati alla sostenibilità ambientale, sociale e di governance.

Quante sono le persone nel tuo team e come è organizzato?

La squadra è guidata da Mirco Bongiovanni con il supporto di Luca Cotti e mio. All’attività di fund selection si accompagna quella di gestione del portafoglio oltre che di analisi dei mercati finanziari. Nella nostra concezione il fund selector non è uno specialista di asset class o di qualche strategia, ma piuttosto un professionista a tutto tondo in grado di affrontare con i giusti mezzi le tematiche più svariate che si dovessero presentare, tenendo comunque presente le specifiche “preferenze” di ognuno dei membri: azionario per Luca, Fixed Income per il sottoscritto e asset allocation per Mirco. Un team nel quale lo spirito positivo e proattivo con cui si affronta il lavoro favorisce sia la coesione interna sia lo sviluppo di nuove idee. 

Come organizzi tutta l’informazione con cui lavori?

Trasparenza e tracciabilità delle informazioni sono fondamentali in Cherry Bank e per questo motivo viene mantenuta una documentazione rigorosa delle decisioni prese durante tutto il processo d’investimento. In questo modo abbiamo sempre a disposizione le informazioni chiave a supporto delle decisioni che di volta in volta sono state prese. 

Tutto ciò è possibile, oltre che a un processo rigoroso, dall’utilizzo di software, anche di intelligenza artificiale, in grado di gestire l’enorme mole di informazioni che andiamo ad analizzare.  

Riguardo all’analisi qualitativa, quale tipo di informazione trovi più importante?

Nell’analisi qualitativa cerchiamo di capire quali sono i driver che hanno guidato la performance e dove possano annidarsi eventuali debolezze strutturali del fondo, ad esempio il turnover del team di gestione o degli analisti, ripetibilità del processo di investimento oppure se ci sono criticità a livello di gestione del rischio. Si vuole in questo modo comprendere se il processo di investimento è coerente e se sia sostenibile a livello di persistenza della performance.

Tutto questo è realizzato seguendo uno scrupoloso processo di due diligence che prevede incontri anche con gli analisti o gli stessi gestori in modo di monitorare ciò che fanno e poter prendere decisioni di investimento informate. 

Particolare attenzione è riservata, infine, agli AUM in gestione. Preferiamo investire, infatti, in fondi che non hanno masse troppo elevate. In fasi di mercato complicate, il gestore potrebbe non avere la stessa libertà di azione nell’applicare la propria strategia al cento per cento. Per questo c’è una certa predilezione per le boutique.

Qual è la sfida più grande che hai dovuto affrontare come fund selector?

Indubbiamente la sfida maggiore è quella di integrare le svariate competenze che al giorno d’oggi sono richieste. Con la crescita dell’offerta, oltre che delle informazioni disponibili è diventato quasi obbligatorio spaziare da background di tipo tecnico/quantitativo alla versatilità del pensiero innovativo/critico dato da un percorso maggiormente umanistico. In questo aver studiato latino e filosofia credo che mi abbia dato una forte mano a livello di originalità e innovazione nella risoluzione dei problemi avendo una flessibilità che considero un valore aggiunto. 

Entrando più nel dettaglio direi l’implementazione degli indici di qualità nella valutazione costi e benefici per la consulenza multipla; dove ho potuto unire i due differenti background per raggiungere l’obiettivo voluto. 

Cosa ti piace fare quando non lavori?

Il tempo libero lo utilizzo per ricaricare le energie, stando con la famiglia e gli amici. Mi piace molto cucinare per le persone a cui voglio bene, del resto si dice che cucinare sia un atto d’amore soprattutto se lo si fa per gli altri e a pensarci bene cucinare senza qualcuno che possa apprezzare non avrebbe molto senso. 

A volte, nonostante sia una persona abbastanza tranquilla di carattere, sento il bisogno di dare uno scossone alla mia routine, facendo paracadutismo in tandem o bungee jumping

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