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Parliamo di Plenisfer Investments SGR con Matteo Lenardon, Head of Sales Italy
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Parliamo di Plenisfer Investments SGR con Matteo Lenardon, Head of Sales Italy

“Plenisfer è nata quattro anni fa proprio per affrontare quella che ci aspettavamo sarebbe stata una nuova era per i mercati, caratterizzata dai grandi cambiamenti che si sono materializzati e riflessi sui mercati.”
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18 DIC, 2023

Di Teresa M. Blesa di RankiaPro

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L'anno è quasi finito ed è il momento di guardare indietro per valutare come sono stati questi ultimi dodici mesi e anche per pensare a come sarà il futuro. In questo contesto conversiamo con Matteo Lenardon, Head of Sales Italy di Plenisfer Investments SGR: Lenardon condivide la sua esperienza e la sua visione riguardo alle strategie di investimento, alla direzione del mercato e alle prospettive future nell'ambito della gestione patrimoniale. Approfondiremo il suo punto di vista privilegiato sull'andamento attuale e sulle prossime prospettive dell'azienda.

Quali sono i cambiamenti più significativi che il mercato ha sperimentato nel 2023 rispetto al 2022? 

Il 2023 è stato l’anno dei tassi elevati per contrastare l’inflazione, arrivata ad un livello che non vedevamo da oltre 15 anni. 

Sebbene le aspettative di mercato siano oggi per una sostanziale discesa dell’inflazione, e quindi dei tassi di interesse, in Plenisfer pensiamo che dovremo convivere con un’inflazione più strutturale, sebbene più contenuta di quella degli ultimi due anni. Permangono infatti i fattori inflazionistici che l’hanno generata, come la tortuosa transizione energetica, guidata dall’elettrificazione e dal processo virtuoso di decarbonizzazione che comportano costi e investimenti aggiuntivi, ma anche la revisione delle catene di approvvigionamento, con il riavvicinamento delle produzioni verso aree con costi di produzione maggiori.  E se l’inflazione è destinata a restare, allora anche l’era dei tassi a zero è finita.

A fronte di questo scenario, il 2023 è stato certamente l’anno del ritorno del reddito fisso che ha saputo tornare ad offrire rendimenti interessanti nel settore Investment Grade. Riteniamo l’high yield sia invece da guardare con attenzione per il rischio connesso alla capacità di rifinanziamento del debito di questi emittenti derivante dal suo maggiore costo.

In questo contesto di mercato, nel 2023 abbiamo assistito a un’evoluzione sul fronte delle reti distributive in cui sta prendendo sempre più piede la consulenza avanzata a pagamento, secondo un modello simile a quello della gestione patrimoniale. Questo servizio consente un approccio più olistico in termini sia di offerta ai clienti, che di diversificazione di portafoglio. Coerentemente con il profilo di rischio, in portafoglio si possono includere anche singoli strumenti come le emissioni obbligazionarie governative e corporate che nel 2023 hanno riscosso grande successo tra i risparmiatori, che li hanno usati anche per compensare le minusvalenze del 2022.

Vediamo sempre più player bancari puntare in questa direzione in un contesto di mercato sempre più competitivo.

Come si è adattata Plenisfer a questi cambiamenti? 

Plenisfer è nata quattro anni fa proprio per affrontare quella che ci aspettavamo sarebbe stata una nuova era per i mercati, caratterizzata dai grandi cambiamenti che si sono materializzati e riflessi sui mercati. Non ci siamo quindi dovuti adattare, perché abbiamo ideato un approccio all’investimento pensato per affrontare questa nuova era, e definito processi che ci consentono di analizzare ogni singola opportunità a 360 gradi, esaminandone l’intera struttura del capitale. Con questo approccio, siamo partiti con un fondo flagship multistrategy con l’intenzione di completare progressivamente la gamma di offerta includendo pochi selezionati prodotti in grado di rispondere a specifiche esigenze ed obiettivi della clientela.

Nel 2023, per cogliere le opportunità sul reddito fisso, abbiamo quindi lanciato un fondo obbligazionario flessibile, coerente con il nostro approccio multistrategia. Proseguiremo in questa direzione anche sul fronte azionario nel 2024.

Abbiamo inoltre avviato la gestione in delega di un nuovo comparto nell’ambito della piattaforma onemarkets del Gruppo Unicredit, un’importante opportunità che ha portato una boutique di investimento come la nostra ad essere coinvolta accanto a grandi gruppi dell’asset management.

Rileviamo da tempo, in generale a livello Europeo, un diffuso focus da parte delle realtà distributive sul fronte dei mandati che mi porta a riflettere sul futuro del collocamento diretto. Mi aspetto che le banche tornino sempre più a presidiare la propria gamma di offerta, ricorrendo però, attraverso lo strumento della gestione in delega, a competenze specifiche di partner terzi di cui riconoscono competenze distintive sul mercato e che sanno farsi trovare pronti e vicini nei cruciali aspetti di marketing e formazione. È  uno spazio di potenziale crescita significativa dell’attività per una boutique come Plenisfer Investments che fa gestione attiva con un approccio fortemente distintivo.

Quali sono gli aspetti più importanti nello stabilire una corretta comunicazione con i clienti? 

Chiarezza, accessibilità e dialogo. Credo molto nella chiarezza nell’esplicitare cosa si offre, in che modo e quale contributo si può apportare ad un portafoglio. 

Al contempo, soprattutto in fasi di mercato complesse, è determinante l’accessibilità dei gestori che in una boutique possono dare un grande valore aggiunto nel dialogo e nella relazione costante con le reti distributive.

Quali strategie state implementando per accedere a nuovi mercati? 

Plenisfer opera nell’ambito dell’ecosistema di Generali Investments e attraverso questa partnership siamo oggi presentiin Spagna, Francia, Lussemburgo, Svizzera, Germania e Austria. Insieme a loro lavoreremo per ampliare ulteriormente la distribuzione all’estero, guardando anche all’Asia in futuro.

L'azienda è conosciuta per non fare distinzione tra asset class tradizionali e alternative. Cosa significa questo per l'investitore? 

In Plenisfer guardiamo ad ogni settore e singola opportunità, analizzandone le specifiche dinamiche e il contesto macro, attuale e prospettico, in cui queste si realizzano. Attraverso questo approccio, una volta identificata un’opportunità, anche non convenzionale, ne esaminiamo l’intera struttura del capitale per valutare lo strumento più adatto a coglierla. Essere liberi dai benchmark ci consente grande libertà di idee e ci svincola dai limiti, in termini di strumenti e aree geografiche, che questi impongono. Così esaminiamo a livello globale anche opportunità alternative come quelle connesse a “special situations”, o a trend secolari come la transizione energetica cui abbiamo guardato anche in modo non convenzionale, per esempio attraverso l’uranio o, in passato, i carbon certificates.

In sintesi, superiamo i vincoli dell’asset allocation tradizionale investendo attivamente per strategie, non per asset class.  Questo approccio, che definiamo “New Active”, comporta un mix di strumenti in portafoglio che può variare molto in funzione del ciclo di mercato e dei nostri obiettivi.

Plenisfer fa parte della piattaforma multi-boutique di Generali Investments. In cosa consiste questa alleanza? 

Generali Investments è un partner strategico che ha supportato l’attività di Plenisfer fin dal suo avvio, con un commitment da 1 miliardo di euro sul primo fondo gestito. Da allora ha sostenuto l’avvio di nuovi prodotti e ci ha affiancato anche nello sviluppo commerciale estero. 

Plenisfer ha lanciato a maggio, un fondo multi-strategy obbligazionario. Qual è la valutazione del funzionamento di questo fondo durante i suoi primi mesi?

Siamo molto soddisfatti grazie al lavoro del team guidato da un Lead Portfolio Manager del calibro di Mauro Ratto, Co-Fondatore e Co-CIO di Plenisfer che vanta una profonda e trentennale esperienza nell’obbligazionario flessibile. È certamente una fase favorevole per l’obbligazionario in cui riteniamo sia però il momento di privilegiare società di elevata qualità, Investment Grade, con fondamentali solidi che, seppure alle prese con le sfide del nuovo scenario economico e competitivo, presentano un rischio di credito in linea rispetto al passato. Guardiamo quindi solo a società su cui abbiamo un “alta convinzione” – per scenario macro e prospettive di business- con particolare attenzione a settori quali l’energetico o le telecomunicazioni che generano cashflow competitivi. Pensiamo che questo sia il momento per guardare a questo tipo di opportunità, soprattutto scendendo lungo la struttura del capitale per ottenere rendimenti che si avvicinano a quelli offerti da società con rating inferiore, preferendo, per esempio, un titolo subordinato o un ibrido rispetto a un’obbligazione senior, scelta che lascia invariata la valutazione di rischio di default societario. 

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