Spazio pubblicitario
Massimiliano Comità, di AISM Luxembourg, è il nostro Fund Manager del Mese

Massimiliano Comità, di AISM Luxembourg, è il nostro Fund Manager del Mese

In futuro, penso che la fonte che fornirà più energia sarà il wind offshore floating, quindi società che svolgono la propria attività in questo ambito saranno sicuramente prese in considerazione.
Imagen del autor

9 AGO, 2023

Di Teresa M. Blesa di RankiaPro

Convidivi
LinkedInLinkedIn
TwitterTwitter
MailMail

Massimiliano Comità, Portfolio Manager di AISM Luxembourg, vanta un’esperienza ventennale nel settore degli investimenti. Nell’arco del tempo ha sviluppato sia capacità quantitative, sia di risk management, affiancate successivamente a valutazioni fondamentali e tematiche ESG.

Prima di approdare in Lussemburgo ha lavorato presso Kairos Partners SGR (17 anni) e in Fineco (3 anni).Dopo alcuni mesi di studio ed incubazione, nell’ottobre 2022 ha perfezionato il lancio del “Sustainable Long/Short European Equity Fund”, uno tra i primi fondi long/short ricadenti nel gruppo art. 9 secondo la normativa SFDR.

Oggi, Massimiliano Comità è il nostro Fund Manager del Mese.

1. Quando e perché hai iniziato la tua carriera nel settore finanziario?

La vita è imprevedibile. Cosa ha portato un ingegnere che ha lasciato come ultimo esame la sconosciuta materia “Economia e organizzazione aziendale” coi suoi inusuali simboli PE e ROE a diventare un gestore di portafogli finanziari? Tutto è successo nel 2001. Laureato alla fine del 1999, l’idea di essere un ingegnere del 2000 era per me suggestiva. Lavorare alla progettazione di prototipi di dispositivi in fibra ottica era stimolante.

Ma l’avventura in quel mondo è durata meno di due anni. Con l’arrivo della crisi del 2001, società high tech, come quella in cui lavoravo, sono sprofondate nel baratro, le azioni della capogruppo sono passate da 100 euro a 0,6 euro in pochi mesi e come prima cosa è stata tagliata la ricerca. Per capire meglio quel mondo fatto comunque di numeri e probabilità, e anche perché in Italia la finanza attira più talenti che nella ricerca, mi sono ritrovato a lavorare per una società all’avanguardia dal punto di vista finanziario: Fineco. Correva l’anno 2001.

2.Come si svolge un giorno quotidiano di lavoro per te? Come organizzi il tuo tempo?

La giornata comincia ancora prima di arrivare in ufficio. Accendo il cellulare, appena esco dalla porta di casa e dall’andamento dei future osservo come si preannuncia la giornata.

Una volta in ufficio, leggo le notizie del giorno, i commenti e le indicazioni sulle pre-aperture dei titoli azionari, contatto uno o due broker per condividere le rispettive impressioni, quindi aspetto l’apertura dei mercati, davanti al mio foglio excel nel quale è rappresentato il mio portafoglio.

La mattina passa per lo più disponendo operazioni e scambiando opinioni coi broker e colleghi. Il pomeriggio più alla lettura di report sulle società o analisi macroeconomica. Se devo redigere dei contenuti a seguito di richiesta provenienti dai media o scrivere la mia rubrica periodica prediligo farlo dopo la chiusura dei mercati.

Ovviamente, non tutto è sempre così predeterminato, viste le riunioni in ufficio, gli incontri con le società, ecc. Inoltre, durante la reporting season le giornate sono completamente assorbite dai dati trimestrali che molte società annunciano ogni giorno, mentre altri periodi sono più tranquilli.

3.Quali principi chiave guidano il tuo processo di investimento

Credo fermamente nella sostenibilità e nel progetto dell’Europa, la quale è riuscita per la prima volta a influenzare anche gli Stati Uniti e la Cina.

La sostenibilità è pertanto uno dei principi preponderanti nello scegliere le società nelle quali investo. In particolare, mi interessano molto i temi legati alla trasformazione energetica e alla tecnologia, settori che influiscono maggiormente sulle nostre vite. Le società in cui investo devono avere una buona Governance, elemento imprescindibile per lo sviluppo di un’azienda in qualunque settore, il che implica, tra le altre cose, non avere grosse controversie. Prediligo società leader nei propri settori, anche quando questi sono di nicchia o innovativi e quindi le società sono di piccola e media capitalizzazione, come nel caso dell’idrogeno.

4.Come stai adattando il tuo portafoglio all’attuale situazione dei mercati

Il mercato attuale pare preso da un’euforia poco giustificata dato il rialzo marcato e repentino dei tassi di interesse. Le condizioni creditizie sono più stringenti, soprattutto verso piccole e medie imprese. I mutui e i finanziamenti sono aumentati e l’inflazione ha ridotto il potere di spesa delle famiglie. Può essere che i tassi negativi del Covid abbiano permesso alle società di rifinanziarsi a basso costo per qualche anno, procrastinando però solo un po’ l’arrivo di una possibile recessione.

Per questo motivo, il portafoglio ha un’esposizione al mercato equity minore rispetto al suo standard, mentre sto allungando la duration della parte obbligazionaria. Tra i settori, mi sto focalizzando più su settori difensivi, quali le utility, dove molte società sono attive nella trasformazione energetica.

5.Quale tipo di società è più interessante per te quando cerchi di costruire un portafoglio? In quali società non investiresti mai?

In futuro, penso che la fonte che fornirà più energia sarà il wind offshore floating, quindi società che svolgono la propria attività in questo ambito saranno sicuramente prese in considerazione.

Nella costruzione del portafoglio poi ci saranno società solide, leader di settore nei miei temi di investimento, che comporranno la base stabile del portafoglio, combinate con società di piccola e media capitalizzazione che esplorano temi all’avanguardia e che sono scommesse per il futuro, come le società legate all’idrogeno verde.

Sicuramente non saranno presenti società che investono in maniera rilevante nel petrolio, senza destinare parte dei propri profitti a nuove fonti di energia. Anche l’energia nucleare, tema dibattuto in seno all’Europa, la considero una fonte di energia di cui possiamo fare a meno per il nostro futuro.

6.Qual è la sfida più grande che hai dovuto affrontare come Fund Manager?

La sfida più grande per un gestore penso sia la coerenza. In un fondo tematico come il mio, quando il mercato vola su temi diversi, è difficile starne fuori. L’abbiamo visto anche in Europa, dopo lo scoppio della guerra. Molti fondi che si definivano ESG che inizialmente non investivano in armi, hanno barcollato e poi ceduto a questo settore. Così come l’anno scorso, il petrolio a 130 dollari al barile aveva fatto schizzare le società petrolifere.

7.Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere una carriera nel settore dell’asset management?

L’asset management ha diversi comparti, per i quali servono caratteristiche diverse. Io ho fatto lo sviluppatore di modelli, il risk manager, il gestore di portafogli personalizzati e il gestore di fondi di investimento. Nel caso dei primi due lavori basta essere analitici e competenti. Non c’è grosso stress nel lavoro, ma richiede molta precisione.

Come gestore, invece bisogna essere poco emotivi. Lo stress è molto forte. Da ingegnere pensavo che bastasse studiare l’equazione perché poi il risultato fosse ovvio. Ma non è così. Il mercato irrazionale di oggi ne è un esempio. E, come si dice, lo può rimanere molto più a lungo di quanto tu possa reggere. Per reggere, dunque, bisogna essere molto razionali evitando di prendere decisioni di pancia. Quindi, in base al proprio istinto, se si volesse entrare nel mondo dell’asset management è bene capire come si è fatti.

8.Quando hai tempo libero, cosa ti piace fare?

Per riequilibrarmi da questo mondo un po’ aleatorio, fatto di numeri e probabilità, fuori dalla realtà comune, seppure da quest’ultima cerchi i segnali per adempiere al suo mestiere, durante il tempo libero mi piace fare lunghi cammini, un buon modo per svagare la mente e utilizzare il corpo. E nelle soste, un buon libro è sempre un ottimo compagno di viaggio.

Spazio pubblicitario
Spazio pubblicitario
Spazio pubblicitario